“Anche in quarantena, altre leggende, favole e persino… l’Albero di Pasqua, sempre ai piedi della Croce

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Caro diario,
anche per questa Pasqua “in casa”, un’altra raccolta di leggende e fiabe ai piedi della Croce.

La vite e la Crocifissione. Quando Nostro Signore Gesù esalò l’ultimo respiro, la vite, allora una pianta rigida, dritta e robusta, sentì nelle sue fibre venir meno ogni forza e cadde in terra senza potersi più risollevare. Anche Maria perse i sensi per il dolore; e, quando riaprì gli occhi, notò la vite riversa ai suoi piedi, con le foglie appassite e i rami senza vita. Nonostante la sua pena ne ebbe pietà e, piantandole accanto uno stecco, fece sorgere il pioppo che, da quel giorno, sostiene la vite, la quale, altrimenti, resterebbe a strisciare sulla terra.

Il gallo della Resurrezione. Quando Cristo fu sepolto, si diffuse la voce che sarebbe risorto, e i Giudei posero guardie davanti alla tomba in modo che nessuno potesse trafugarne la salma, fingendone poi la resurrezione. Passati tre giorni e visto che non era accaduto nulla, coloro che avevano fatto crocifiggere il Maestro si ritrovarono a cena per fare festa e rallegrarsi d’aver fatto scomparire un nemico tanto pericoloso. Parlarono e discussero tanto che passò la notte e s’avvicinò l’alba. Essendo tornata la fame, ordinarono ai servi di portare in tavola qualcosa da mangiare. Arrivò in tavola un gallo arrostito e fatto a pezzi in un vassoio. Se lo divisero nei piatti e Caifa, ridendo, esclamò: “Io dico che è più facile che canti questo gallo che risusciti quel Nazzareno che abbiamo messo in croce”. A quel punto (era proprio l’ora in cui Cristo risorse) dai loro piatti saltarono le ossa e la carne del gallo, la testa si rizzò nel vassoio in mezzo alla tavola, le piume e le zampe tornarono dalle finestre e il gallo si ricompose, con la cresta rossa, le penne colorate e la coda lunga in mezzo alla tavola, vivo. Guardò intorno, allungò il collo, fece un potente “chicchirichì”, volò sopra il davanzale e, con un gran volo, tornò al suo pollaio e di là cominciò a cantare, annunciando agli altri galli, che stavano là intorno, la resurrezione di Cristo: “È risortooo…”.  “È risorto!” risposero gli altri galletti, propagando la notizia di terra in terra. La gente, svegliandosi per tutto quel baccano, fu quindi informata dello splendido evento; e i galli, da quel giorno, al levar del sole, continuano a cantare, annunciando la Resurrezione del Signore.

Rondine benedetta e passera maledetta. Mentre Gesù era sulla croce, una rondine, impietosita, cercava di togliere dalla corona le spine che ferivano il Suo capo. La passera, invece, cercava di contrastare la rondine e, con malignità, Gli conficcava più che poteva gli aculei. La Madonna, che le vide, disse: “Rondine benedetta e passera maledetta!”. Da quel giorno la rondine è benedetta e, amata dagli uomini, porta loro fortuna; quando viene il freddo, si trasferisce nei paesi caldi. La passera, invece, è cacciata dagli uomini e dai rapaci; quando viene l’inverno patisce la fame nei campi, ed è presa spesso nei laccioli. E concludo con qualcosa che non è né leggenda né fiaba ma realtà. Oltre a quello di Natale, esiste anche l’albero di Pasqua, inventato dal tedesco Volker Kraft, di Saafeld. Era un bambino nel 1945, la guerra era appena finita e lui sognava di decorare gli alberi del giardino di casa con tante uova colorate nell’attesa di Pasqua. Ci riuscì nel 1965, per la felicità dei suoi figli, decorando due giovani alberelli del suo giardino con 18 uova; ogni anno, da allora, l’“Eierbaum”, l’albero delle uova, è diventato una tradizione arricchita da tutta la comunità. Le uova sono vere, svuotate e decorate in modi diversi: dipinte, a collage, con pizzi a uncinetto, traforate, con perline, strass e molte altre varianti abilitate a reggere ogni tipo di clima e d’intemperie. Passata la Pasqua, le uova vengono riposte per l’anno successivo, in cui quelle danneggiate saranno sostituite ed altre se ne aggiungeranno. In mezzo secolo, l’albero ha incrementato sempre più il numero di uova, arrivando, quest’anno, a contarne oltre 10.000!

Buona Pasqua, amici lettori, caro diario.

 

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