A distanza di 8 giorni, sorella morte è tornata a bussare alle porte del presbiterio della chiesa agrigentina. Dopo don Giuseppe Catalanotto, deceduto lo scorso 31 dicembre a Villafranca Sicula (vedi), oggi, 8 gennaio 2025, a Campobello di Licata, presso la Casa di riposo “Ignazio e Giovanni Sillitti”, dove ha dimorato l’ultimo periodo della sua vita, ha concluso il suo pellegrinaggio terreno don Calogero Montana.
Nato a Campobello di Licata l’11 novembre del 1939 era stato ordinato presbitero il 29 giugno del 1963 da mons. G.B. Peruzzo nella Cattedrale di Agrigento dove, novello presbitero, svolgerà, dal 1963 al 1970, il primo incarico pastorale come Vicario cooperatore della Basilica Cattedrale “San Gerlando”; negli stessi anni svolge il suo servizio in Curia come addetto all’ufficio della cancelleria. Dal 1964 al 70 è mansionario del Capitolo della Cattedrale; dal 1970-71 è Vicario economo della parrocchia San Lorenzo martire di Montaperto di cui, nel 1971, ne diventa parroco fino al 1980, quando il vescovo lo nomina parroco arciprete della parrocchia Santissimo crocifisso di Aragona. Terminato il mandato ad Aragona, il primo ottobre del 1990 viene nominato parroco arciprete della Chiesa Madre “S. Giovanni Battista” – Santuario della Madonna dell’Aiuto di Campobello di Licata, incarico che ricoprirà fino al 2018, quando lascia, per raggiunti limiti di età, ogni incarico attivo prestando, tuttavia, il suo servizio come cappellano dell’opera Pia Santa Teresa del Bambino Gesù (2018) e delle suore dei Poveri di San Vincenzo de Paoli (2018-23), offrendo anche la sua collaborazione ai presbiteri dell’Unità pastorale di Campobello di Licata, che nel mentre si era costituita.
- Diversi sono stati, inoltre, i servizi ricoperti nei 61 anni di ministero presbiterale: è stato componente del Consiglio presbiterale diocesano (1972-85), segretario verbalizzante dello stesso (1974-76), assistente diocesano dell’azione cattolica adulti (1975-80). Durante il sinodo pastorale diocesano è componente della quarta commissione, “Realtà emergenti “ e componente del consiglio diocesano per gli affari economici (1985-91).
- Il rito delle esequie, presieduto dall’arcivescovo Alessandro, concelebranti mons. Salvatore Muratore, vescovo emerito di Nicosia, don Giuseppe Cumbo e diversi sacerdoti della forania e dei paesi limitrofi, ha avuto luogo il 9 gennaio nella parrocchia B.M.V. di Lourdes, sua parrocchia di appartenenza, essendo la Chiesa Madre chiusa per restauro. Tantissimi i messaggi di cordoglio di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato nei suoi 28 anni di servizio e 61 anni di sacerdozio. L’arcivescovo ha ricordato il loro ultimo incontro «un ministero sacerdotale vissuto in pienezza, ricco di esperienze e servizi; di quell’incontro breve avuto durante la visita pastorale, ho rivisto il sorriso con cui mi ha accolto durante la breve conversazione con cui ci siamo salutati: il sorriso, l’umiltà, la paternità sono le tre parole che oggi sono risuonate attorno alla sua persona. Tre atteggiamenti che fanno la differenza nel servizio a cui noi presbiteri siamo chiamati, nel nostro tessere relazioni». Cordoglio espresso dall’amministrazione comunale e dal sindaco Vito Terrana: «uomo semplice, dal sorriso fresco e genuino, un sorriso che accoglieva tutti; un uomo che riusciva a far trasparire semplicità, amicizia».
Infine il saluto di Daniela Montana che ha voluto ringraziare a nome di tutta la famiglia: «Il nostro grazie più grande va a te zio Lillo, figlio, fratello, zio dal grande cuore. Grazie per tutto l’amore che ci hai dato, grazie perché ci hai protetto e sostenuto nei momenti belli e meno belli, nelle gioie e nelle difficoltà che la nostra famiglia ha vissuto. Di fronte a tutto questo affetto ti saresti stupito perché a te non piaceva stare al centro dell’attenzione, ma ne saresti stato contento. Avresti accolto tutti con il tuo sorriso buono e gentile, con una stretta di mano, una carezza. È così che ti vogliamo ricordare: un uomo di Dio, buono e gentile, testardo a volte e fermo nelle tue posizioni ma anche capace di dimostrare la tenerezza di Dio. Eri un uomo di grande fede, di speranza, di carità. Un uomo che ci invitava a non abbatterci, che ci incoraggiava sempre, un uomo che pensava agli altri, ai più bisognosi, ai poveri, che solo tu conoscevi e aiutavi nel silenzio. Grazie perché ci hai insegnato che ciò che conta di più nella vita sono le opere di misericordia e di carità».
Piera Accascio – Carmelo Petrone

Il Consiglio pastorale e i parroci dell’ Unità Pastorale “Maria, Madre della Chiesa” di Campobello di Licata, con un post sulla pagina Facebook, così lo ricordano: