Venerdì 20 dicembre 2024, la Chiesa del Purgatorio di Cianciana è stata riaperta al culto dopo 20 anni di chiusura. Grande festa per la comunità ecclesiale e civile che, nonostante il clima rigido e la pioggia, ha partecipato al momento della riapertura; presenti anche fedeli provenienti dai comuni limitrofi. Prima della Messa, la comunità si è radunata in Chiesa Madre per la celebrazione della novena di Natale e, subito dopo, si è snodato un corteo lungo il corso principale che ha portato davanti al portone della chiesa, dopo un breve momento di preghiera, sono state aperte le porte ai fedeli che hanno gremito l’aula liturgica per partecipare alla celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale don Giuseppe Cumbo e concelebrata dal parroco don Emanuele Casola e don Gioacchino Zagarrí, già parroco di Cianciana. Al momento erano presenti le autorità civili e militari, contestualmente sono stati presentati i lavori di manutenzione straordinaria, eseguiti grazie ad un cantiere di lavoro, presentato dall’ufficio tecnico del Comune di Cianciana in collaborazione con la Parrocchia SS. Trinità e l’ufficio BB. CC. EE. dell’Arcidiocesi di Agrigento, per un importo di 116.000€.
Nell’omelia, il vicario generale ha sottolineato come si sia adattato il giorno dell’apertura in riferimento alla liturgia: “l’antifona in “O” (le antifone maggiori dell’Avvento n.d.r.) di questo giorno – ha sottolineato – ben si adatta a questo evento e a questa chiesa dedicata alle anime del Purgatorio, dal momento che parla della chiave di Davide che apre le porte del Regno dei cieli e che viene a liberare l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre”.
In fine, sono intervenuti il Sindaco, Francesco Martorana, che ha espresso il suo compiacimento per come la chiesa sia stata riportata ai suoi ricordi di infanzia, prima che venisse pitturata totalmente di grigio e poi definitivamente chiusa alla fine del 2002.
A parlare a nome della comunità ecclesiale è stato Antonio Pendino, esperto di beni culturali della Chiesa e studente presso la Pontificia Università Gregoriana, che ha spiegato come durante i lavori la pittura di grigio si sia screpolata lasciando riemergere i colori originali che sono stati ripresi e illustrando quali siano i criteri iconografici delle statue ricollocate al loro posto e delle pale realizzate all’interno della chiesa: “San Michele Arcangelo”, “San Gaetano Thiene” e “Gesù risorto”. Sono state anche collocate due pale d’altare, una raffigurante “San Luigi Gonzaga e Sant’Antonio Abate”, a ricordo del fatto che la chiesa fino alla metà del secolo scorso, era sede della confraternita di San Luigi e che custodiva anche una statua di Sant’Antonio Abate, oggi perduta; l’altra pala, posta all’altare maggiore, raffigura le anime del Purgatorio, ricordando anche il legame degli zolfatari a quella chiesa: uno degli angeli che reca la luce della fede e della speranza, regge in mano la lampada ad acetilene tipica degli zolfatari, che usavano non solo per illuminare la loro giornata lavorativa sotto terra, ma anche per illuminare la processione dell’urna “di li surfarara” (anche ricollocata presso la sua nicchia originaria). Inoltre l’iconografia della pala ha voluto anche fare un parallelismo visivo tra ciò che facevano gli zolfatari e ciò che avviene in purgatorio: qui viene “picconata” e portata via ogni traccia della colpa temporale, per questo le anime in pena sono state raffigurate come in una grande grotta, nelle cui rocce sono incastonate delle gemme di zolfo e un piccone tipico degli zolfatari.
Un’altro elemento artistico che ha arricchito la chiesa è stata la vetrata del rosone della facciata, raffigurante la Madonna del Carmelo con le anime purganti, realizzata dall’artista ciancianese Luisa Vaiana, che ha donato anche un tondo in tavola raffigurante lo stesso soggetto.
Era la chiesa dei ciancianesi e, grazie al contributo di tutti – ragazzi del cantiere lavoro, artigiani, operai e artisti, tutti ciancianesi- è tornata ad essere la chiesa dei ciancianesi.
Giuseppe Alfano