San Michele Arcangelo, Principe della lotta al Male: ma c’è chi non lo sa, e pure chi se l’è scordato

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Caro diario,
non potrò mai scordarmi la fortissima impressione che, quando ero piccolo, abitavo a “San Giullà” e facevo il chierichetto nella chiesa Sant’Alfonso, mi causava un grande quadro con San Michele Arcangelo intento a infilzare un abominevole demoniastro; e rammento pure che, prima del Concilio Vaticano II, il celebrante ed i fedeli si mettevano in ginocchio, alla fine della Messa, per recitare una preghiera alla Madonna e una a Michele, scritta, quest’ultima, nel 1884, ed a seguito di un’angosciante visione di esseri infernali fuori e dentro la Chiesa, da Papa Leone XIII: “San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, Principe delle Milizie Celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime!”.
Tuttavia, proprio di questi tempi, nei quali appare ed è indispensabile rivolgersi anche a San Michele, si constata, purtroppo, il grave decadere di tale devozione. Nel 1964, con Paolo VI e la sua riforma liturgica, pure le suddette preghiere “leonine” vennero soppresse: decisione, però, mai condivisa, ad esempio, da San Pio, che continuò sempre a recitarle. Nel 1994, San Giovanni Paolo II ne riparlò: “Anche se oggi questa preghiera non viene più adottata (…) invito tutti a non dimenticarla, ma a recitarla per ottenere d’essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e lo spirito di questo mondo”.
Anni fa l’arcivescovo Gianni Danzi, prelato del Santuario di Loreto, ne dispose la recita alla fine di tutte le Messe lì celebrate; e ciò significa che ogni Vescovo diocesano, tramite decreto, può fare lo stesso per il territorio di sua competenza. Papa Francesco, comunque, ha rimesso nel Canone Eucaristico la citazione di San Michele che, con San Giuseppe, è Patrono della Chiesa Cattolica; e siccome, da Gesuita, fu anche Rettore del Collegio San Miguel, in Argentina, si presume sia un antico devoto all’Arcangelo, speriamo che, prima o poi, Lo riporti “in campo” dalla “panchina”. In attesa, chiudo con un “mistero” antichissimo. Si tratta (ed è visibile anche nelle ricostruzioni cartografiche sul web) di una “linea immaginaria” che unisce 7 monasteri, lontanissimi tra loro, eppure perfettamente “allineati”: la cosiddetta “Linea Sacra” che “visualizzerebbe” il colpo fatale inflitto dal Santo al Diavolo. A prescindere dal non casuale numero 7, certo non nuovo nella Chiesa (i Sacramenti, i peccati capitali, etc.), la “Linea Sacra” è anche in perfetto allineamento con il tramonto del Sole nel giorno del Solstizio d’Estate; ed inizia in Irlanda, su un’isola dove l’Arcangelo sarebbe apparso a San Patrizio per aiutarlo a liberare il suo Paese dal demonio, ed in cui sorge il monastero di Skellig Michael (“Roccia di Michele”).
Poi si dirige a Sud, Inghilterra, Cornovaglia, St. Michael’s Mount, isolotto in cui San Michele parlò a dei pescatori. Prosegue in Francia, Normandia, sulla più celebre isola di Mont Saint-Michel, dove l’Arcangelo, nel 709, apparve al vescovo Sant’Auberto, chiedendogli che gli venisse costruita una chiesa i cui lavori, però, iniziarono solo nel 900. In Piemonte, Val di Susa, il quarto santuario, detto “Sacra di San Michele”, anno 1000 circa e, nei secoli, ampliato con altre strutture, compresa la foresteria, poiché luogo di passaggio per i pellegrini sulla “Via Francigena”. E poi Puglia, Gargano: da una caverna, un altro Santuario di San Michele, iniziato nel 490, a ricordare la prima Sua apparizione a San Lorenzo Maiorano. Sesto santuario: Grecia, isola di Symi, con un’effigie di San Michele alta 3 metri, fra le più grandi al mondo. E la “Linea Sacra” termina in Israele, Monastero del Monte Carmelo, Haifa, celebre luogo venerato sin dall’antichità e con uno stupendo Santuario all’Arcangelo del XII secolo.
Linea perfetta, senza esitazioni, senza deviazioni: come la vera Fede che lotta e vince sempre il Male, caro diario.

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