A Lampedusa la prima notte di “protesta” – condivisione sul sagrato della parrocchia San Gerlando è passata. (vai ) La serata di ieri “è andata bene – racconta al Sir don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa – tanta gente, compresi i turisti, è rimasta a dormire con noi, a solidarizzare, chiedere, informarsi. Molta gente ci ha portato caffè e tè. C’è un aspetto bello di condivisione. Ma quando sentiamo il rumore della coperta termica e il pavimento sotto di noi il pensiero va a chi dorme sul ponte di una nave. Abbiamo sperimentato un po’ cosa vuol dire non avere un letto su cui dormire”
Il parroco tiene a precisare come “La nostra – dice – non vuole essere una protesta ma un impegno di vicinanza e solidarietà per alzare la voce e chiedere: fino a quando durerà questa situazione?” Lampedusa, continua, “viene vista come un teatro particolare dove si incontrano le varie parti in causa. Il nostro compito è alzare la voce verso quelli che ci guardano e attendono che prendiamo una posizione”. La parrocchia ha contatti diretti con l’equipaggio della Sea-Watch3: “I ragazzi dell’equipaggio ci hanno mandato una foto con una scritta: ‘Non dimenticateci’. Così stasera manderemo un video come gesto di risposta. Anche se non possiamo farli scendere non li dimentichiamo”. Nel giorno (20 giugno) in cui si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del rifugiato lo sbarco dalla Sea-Watch, sottolinea don la Magra, “sarebbe un segno di reale attenzione alla persona, invece che solo celebrazione e commemorazione”. “Spero non si faccia la scelta assurda di mandarli in un porto lontanissimo – commenta -. Certamente l’equipaggio non ha intenzione di riportarli in Libia. Spero che torni la ragione e si facciano scendere al più presto”. Oggi 20 giugno, “Giornata mondiale del rifugiato”, siamo all’ottavo giorno di stallo: la #SeaWatch3 è ancora bloccata in acque internazionali, con a bordo salvati e salvatori.E mentre il ministro dell’Interno continua ad accusare la nave Sea Watch di «traffico di esseri umani», la capitana dell’imbarcazione di soccorso lancia un appello perché si dia senso alle celebrazioni odierne permettendo ai 43 naufraghi a bordo di sbarcare dopo oltre una settimana.
“Continueremo a dormire sul sagrato della Chiesa – ci dice don Carmelo La Magra – finché non sarà consentito loro di scendere a terra in un porto sicuro. Mettiamo simbolicamente in gioco i nostri copri nel tentativo di dare visibilità e voce agli ultimi della terra, nostri fratelli e sorelle, nostri simili. Chiediamo a quanti condividono il nostro messaggiodi organizzare iniziative analoghe”.
Intanto – mentre a Lampedusa si ritroveranno questa sera a partire dalle 22.00 sul sagrato della parrocchia S. Gerlando per la seconda notte – in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, Papa Francesco affida il suo messaggio ad un tweet sull’account Pontifex, con l’hastag #WithRefugees : «Con i rifugiati – scrive il Papa – la Provvidenza ci offre un’occasione per costruire una società più solidale, più fraterna, e una comunità cristiana più aperta, secondo il Vangelo».
Il presidente Mattarella, invece, invita gli italiani a riflettere sul proprio passato, ricorda che il dovere dell’accoglienza è sancito dalla Convenzione di Ginevra e dalla Costituzione, loda l’esperienza dei Corridoi umanitari. Nel frattempo c’è da registrare anche l’intervento di Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa chiede che alla “Sea Watch 3 sia indicato tempestivamente un porto sicuro che possa essere raggiunto rapidamente”. “I migranti salvati in mare non dovrebbero mai essere sbarcati in Libia – sottolinea -, perché i fatti dimostrano che non è un Paese sicuro”. Mijatovic si dice “preoccupata per l’atteggiamento del governo italiano nei confronti delle Ong che conducono operazioni di salvataggio nel Mediterraneo”
Anche il medico di LampedusaPietro Bartolo, ora parlamentare europeo fa sentire la sua voce sul suo profilo Twitter: “Nella Giornata Mondiale del Rifugiato – scrive – si sprecheranno parole a favore dei migranti, mentre 43 persone restano bloccate a bordo della Sea Watch. Segno di una becera propaganda, consumata ancora una volta sulla pelle della gente. Adesso basta, fateli scendere”.
Nel video di Carmelo #Petrone, il parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra e Albero Mallardo, operatore di Mediterranean Hope, ci raccontano la prima notte di “protesta-condivisione” sul sagrato della parrocchia S.Gerlando di #Lamendusa.