Vendita di prodotti scaduti

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Ho fatto degli acquisti in un supermercato, e, rientrando a casa, mi sono accorta che un pacco di biscotti aveva già superato la data di scadenza. Ho chiesto di sostituirla e ciò è avvenuto, ma la cassiera mi ha detto che in realtà non si trattava di un obbligo del venditore, e che acconsentivano alla sostituzione per ragioni di cortesia. Pensavo che vendere merce scaduta fosse reato (A.V., Agrigento).

Vi è differenza tra alimenti scaduti e deteriorati. Nonostante la scadenza, un alimento può essere in perfetto stato di conservazione, e mantenere pienamente tutte le sue proprietà organolettiche e nutrizionali. Ciò vale soprattutto per i cibi che, con la data di scadenza, riportano la dicitura “Consumare preferibilmente entro il …” . Perché sussista il reato di commercio di sostanze alimentari nocive non è sufficiente che il prodotto venga venduto dopo la data di scadenza riportata sulla confezione. È infatti necessario che concretamente il prodotto sia idoneo a recare danno alla salute. Il principio è stato più volte affermato dalla Corte di Cassazione, da ultimo con una sentenza molto recente, la n.16108/2018. La Corte ha precisato che la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il” ha un’importante valenza probatoria: secondo la giurisprudenza, la messa in commercio di prodotti confezionati, recanti tale dicitura, non configura “alcuna ipotesi di reato, ma solo un illecito amministrativo”. Invero, la rilevanza penale della commercializzazione di sostanze nocive “è legata non già al dato formale del commercio di alimentari la cui data di scadenza (o meglio, di preferibile consumazione) sia già spirata, ma al dato sostanziale della pericolosità in concreto”, essendo il commercio di sostanze alimentari nocive reato “per la cui sussistenza è necessario che gli alimenti abbiano, in concreto, la capacità di arrecare danno alla salute”.

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