Poliziotti con disciplina, onore e cuore

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(ph. Carmelo Petrone

Offriamo ai nostri lettori un video con brani e poesie esperienziali di Emanuele Ricifari, Questore di Agrigento e di Marilina Giaquinta, autrice di poesie, di racconti ed ex dirigente e funzionario della Polizia di Stato che sono state offerte al pubblico in occasione della manifestazione  “MAMMA AFRICA: di mare, di madri e altre storie…” promossa dalla Questura di Agrigento in collaborazione con il Parco Archeologico della Valle dei Templi, che si è tenuta giovedì 10 agosto 2023 al “Teatro panoramica Valle dei Templi”.

La serata, condotta da Antonella Guerrieri (giornalista Rai Tg Regione Sicilia), dopo i saluti istituzionali del Direttore del Parco Archeologico Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, del Sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè e del Prefetto di Agrigento, Filippo Romano, ha visto la proiezione del documentario “Ccà Semu ” di Luca Vullo – regista, produttore cinematografico, performer teatrale –  girato a Lampedusa nel 2018, premiato in prestigiosi festival internazionali. CCÀ SEMU, “siamo qui” che, come si legge sul sito di Vullo (qui) , è il modo in cui gli abitanti di Lampedusa parlano del loro posto nel mondo con orgoglio e rassegnazione”. Al termine del documentario sono seguite le letture di brani e poesie scritte dalla dott.ssa Giaquinta e dal dott. Ricifari che hanno fatto eco al grande cuore accogliente dei lampedusani e alle alle loro legittime paure fondate su dubbi pienamente comprensibili da un punto di vista umano bene evidenziati nel documentario. I brani letti dagli stessi autori, partendo dal dato esperienziale del loro lavoro di poliziotti, hanno saputo offrire e raccontare l’immigrazione dal punto di vista anche degli agenti di Polizia, capaci di leggere oltre e nei numeri, dossier, report e le operazioni di soccorso i nomi e le storie di una umanità che sbarca sulle nostre coste.

Dagli scritti emerge con forza il punto di partenza del loro impegno professionale che si fa anche verso e componimento: riconoscere i migranti come persone. In questo modo la narrazione diventa strumento non fine a stesso; mezzo espressivo, che ha saputo toccare i cuori dei presenti, per capire le storie di vita dei migranti, le ragioni per cui hanno lasciato la loro terra d’origine e le speranze di costruire un futuro lontano dagli affetti più cari a volte facendo viaggi pericolosi o rischiando lo sfruttamento, a causa di conflitti, povertà, oppressione o mancanza di opportunità.

 La serata si è conclusa con il monologo di Luca Vullo “La voce del corpo non ha confini: i gesti che contano” che in qualità di Ambasciatore della gestualità italiana nel mondo, ha raccontato la straordinaria abilità interculturale che aiuta ad abbattere i muri e gli ostacoli comunicativi in una società sempre più multietnica.