“Sottufficiale di elevatissime qualità professionali, impegnato in delicate attività investigative in aree caratterizzate da alta incidenza del fenomeno mafioso, operava con eccezionale perizia, sereno sprezzo del pericolo ed incondizionata dedizione al dovere e alle Istituzioni, fornendo costanti e determinanti contributi alla lotta contro la criminalità organizzata fino al supremo sacrificio della vita, stroncata da proditorio ed efferato agguato criminale. Eccelso esempio di preclare virtù civiche ed altissimo senso del dovere.” Può una motivazione riassumere la vita professionale di un uomo? Quella per il conferimento della Medaglia d’oro al valor civile “alla memoria” al maresciallo maggiore dei Carabinieri Giuliano Guazzelli riesce, in minima parte, a presentare l’uomo e il tenace e finissimo investigatore a quanti non lo conobbero. Sono, però, i racconti di quanti lo hanno conosciuto, hanno lavorato con lui, o hanno avuto modo di leggere le sue relazioni ad aiutare a comprendere l’uomo, il padre, il marito, il servitore dello Stato Giuliano Guazzelli.
A 26 anni dal barbaro assassinio, il 4 aprile 2018, l’Arma dei Carabinieri ha voluto commemorare il “suo” uomo barbaramente assassinato dalla mafia. Due i momenti celebrativi. Una Santa Messa al Santuario san Calogero di Agrigento presieduta dal Cappellano Militare della Legione Carabinieri “Sicilia” don Salvatore Falzone, a cui hanno preso parte Teresa Guazzelli, figlia del maresciallo, il Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Riccardo Galletta, il Comandante del Comando Provinciale di Agrigento, Giovanni Pellegrino, il Prefetto, Dario Caputo, il Comandante della Compagnia di Agrigento, Luigi Garrì, il vice Questore vicario Giuseppe Felice Peritore, il presidente del tribunale di Agrigento, Pietro Maria Falcobe, il Sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, i vertici degli Uffici Giudiziari di Agrigento e Sciacca, quelli delle Forze dell’Ordine locali e Magistrati in quiescenza che hanno condiviso parte del loro percorso con il Sottufficiale caduto nell’adempimento del proprio dovere. Don Salvatore Falzone ha incentrato la sua omelia sulla Donazione e Fedeltà. Come Maria è ro rimasta fedele al suo Signore, così lo è anche chi difende il debole. Il maresciallo Guazzelli ha abbracciato la croce del servizio, rischiando la vita. «Donarsi equivale ad amare; amare chi è fragile, chi è indifeso. Fedeltà vuol dire non scappare, a costo di dare la propria vita».
Il secondo momento, nel viadotto “Guazzelli”, sulla SS115, luogo in cui 26 anni fa si compì l’agguato in cui morì il maresciallo Guazzelli si è tenuta una breve cerimonia commemorativa, alla presenza di un picchetto d’onore ed al suono del “silenzio”, scandito dal trombettiere del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”.
Tra i presenti anche il già presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale che dalle pagine del nostro settimanale ha tracciato un ricordo del maresciallo Guazzelli con il quale lavorò ed ebbe modo di conoscere come investigatore ed apprezzare anche come uomo.