Lunedì 15 luglio nella Cattedrale di Palermo, durante la Messa Pontificale, nella Festa del ritrovamento delle reliquie della santa palermitana, presieduta dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede (qui), è stato benedetto il nuovo busto reliquiario di Santa Rosalia della Comunità di Bivona, contenente le reliquie della santa, donate dall’arcivescovo Corrado Lorefice. (guarda il video)
La Comunità bivonese si è preparata all’evento con la celebrazione di uno speciale triduo itinerante con tre temi ripresi dai tre simboli floreali spulciati dal busto bivonese. I fiori la passiflora o fiore della passione di Cristo, la peonia selvatica e la rosa con cui è composta la corona aurea. Venerdì 12 luglio il triduo è iniziato in Chiesa Madre con la recita del tradizionale rosario a Santa Rosalia e la Santa Messa. Durante è stato illustrato il primo fiore. La leggenda narra che accanto alla croce di Gesù cresceva una pianta selvatica. Ad un tratto i suoi rami cominciarono ad allungarsi verso la cima della croce e raggiunsero la fronte insanguinata del Signore. Quando i discepoli Nicodemo e Giuseppe andarono per

levare Gesù dalla croce videro che la pianticella, avvolta intorno alla sua testa, si era coperta di fiori molto strani, all’interno dei quali si potevano distinguere: il martello, i chiodi, la corona di spine e altri segni della Passione di Gesù. Colsero meravigliati quei fiori e li chiamarono passiflore, cioè fiori della passione. Sabato 13 luglio il triduo è continuato nella chiesa santa Rosalia con l’illustrazione della peonia selvatica, fiore che cresce sul Monte delle Rose, sui Monti Sicani, al confine tra le province di Agrigento e Palermo, nei territori di Bivona e Palazzo Adriano. La leggenda narra che la peonia fosse un tempo una ninfa che si trasformò in fiore per sfuggire ai suoi ammiratori. Di conseguenza è spesso vista come un simbolo di amore, romanticismo e di matrimonio felice. È inoltre emblema di onore e prosperità e rimando alle virtù sponsali col Cristo e la vergine palermitana. Infine domenica 14 luglio la comunità si è ritrovata nuovamente in Chiesa Madre per concludere il triduo e accogliere l’ultimo simbolo la rosa, regina di tutti i fiori. È metafora dell’amore, dono prezioso da trattare con cura. Di rose è coronato il capo della Santa.
Il solenne Pontificale palermitano è stato il coronamento di un iter religioso e culturale cheha visto coinvolta l’intera Bivona. Erano presenti a Palermo numerosi Bivonesi, l’arciprete Marco Vella, il sindaco Milko Cinà e il Comitato festeggiamenti 2024.
Dopo la comunione, don Marco con Annarita Giardina, membro della Commissione giubilare bivonese, hanno portato in processione il busto reliquiario, percorrendo la navata centrale accolti da un applauso spontaneo. Raggiunto l’altare maggiore il cardinale Parolin ha recitato la preghiera di benedizione. Al termine del solenne pontificale i bivonesi presenti hanno ammirato per la prima volta il loro busto rosaliano: sui volti di tanti sono scese lacrime di commozione. Il sindaco interloquendo con Parolin ha comunicato che entro il Giubileo rosaliano bivonese, una delegazione dell’amministrazione sarà ben lieta di andare a far visita al Santo Padre per donare un segno giubilare.
Nel tardo pomeriggio, il busto ha fatto ingresso a Bivona, accolto da centinaia di fedeli, dai componenti il Comitato e dal complesso bandistico “Gioachino Rossini”. Presenti il sindaco, i rappresentanti dell’Arma dei carabinieri e due militari in alta uniforme che hanno scortato il busto sino in chiesa madre. L’ingresso è stato un momento carico di emozione. Il busto portato dal parroco don Marco e da don Davide Trizzino, originario di Bivona, ha evocativamente salutato suor Maria Roccaforte alla quale la santa è apparsa più volte rivelando molti particolari della vita. Il busto posto su un solenne tronetto adagiato all’altare maggiore «Siamo certi che stiamo scrivendo – ha detto don Marco Vella – un pezzo di storia bivonese da annotare negli annali delle memorie e tramandare alle nuove e future generazioni. Una storia e una vicenda alimentate dal nostro spirito di fede, di riappropriazione del nostro senso identitario, della nostra cultura, emblematicamente rappresentati dal novello argento. Il prezioso busto contiene in sé due fortissime istanze: la prima è quella di essere un’opera della nostra fede. In esso sono condensate le virtù cristiane che Rosalia ha incarnato e alle quali dobbiamo anche noi conformarci. Opera realizzata con maestria ed arte more antiquo dal maestro Benedetto Gelardi di Palermo e col sacrificio economico di tantissimi fedeli bivonesi che hanno contribuito al suo cesello. L’altra istanza è certamente quella civile: concernente il nostro impegno corresponsabile ed attivo, rivolto a illustrare le virtù che formano il vero cittadino sul piano dei buoni rapporti che compongono la nostra bella e storica Bivona. Realizzare un busto d’argento come il nostro, rientra nelle cosiddette “opere straordinarie”. Esso è costato energie e fatiche. Un segno che solca il mare del tempo, diventando Kairos, profezia di un tempo di rinascita e rinnovamento per la comunità bivonse».
Il parroco e il sindaco, in ginocchio dinanzi il reliquiario, insieme a tutto il popolo presente, hanno recitato l’atto di affidamento alla santa patrona e, dopo la venerazione delle reliquie, il busto è stato intronizzato. Mercoledì 17 luglio si è tenuta la celebrazione eucaristica di ringraziamento alla presenza del venerabile busto.
C.P.
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Il 18 luglio 2024, si è tenuto l’ultimo passaggio relativo all’accoglienza del busto reliquiario di Santa Rosalia. Alla presenza di due testimoni, sono stati collocati all’interno del Reliquiario: l’Atto di Autentica della Reliquia di Santa Rosalia firmato da S. E. Rev.ma Mons. Corrado Lorefice (qui), Arcivescovo Metropolita di Palermo insieme alla Lettera richiesta Reliquia, Benedizione Busto e Invito a Sua Eccellenza a presiedere S. Messa il prossimo 4 Settembre.