L’ Immacolata di Agrigento: storia di un restauro

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Sono stati presentati, mercoledì 27 novembre, allo spazio Temenos – Chiesa San Pietro di Agrigento, alla presenza delle massime autorità Civili e Militari della provincia,   i lavori di restauro della statua dell’Immacolata della Basilica Beata Maria Vergine Immacolata di Agrigento. Dopo i saluti di don Giuseppe Pontillo, direttore ufficio BBCCEE, del parroco dell’Immacolata e Assistente spirituale della Confraternita,   don Giuseppe Veneziano e del Soprintendente ai Beni Culturali, Arch. Michele Befari, si sono succeduti gli interventi – intercalati da brani,  a cura di Michela Camilleri e  e Salvatore Cipolla –  di don Giuseppe Lentini, direttore dell’Archivio storico della Curia, di Andrea La Porta, (LEGGI la relazione) laureando in Scienze turistiche, Donatella Mangione, membro del Consiglio Pastorale parrocchiale, della restauratrice  Ivana Mancino, che ha illustrato ai presenti le fasi e le scelte, del restauro e di Domenica Brancato, storico dell’Arte della Curia di Agrigento. Al termine della presentazione il pubblicopresente è stato invitato a visitare la statua restaurata, esposta alla pubblica venerazione nella Basilica dell’Immacolata. I lavori  hanno visto la stretta sinergia tra l’Arcidiocesi di Agrigento, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, la Parrocchia Basilica Immacolata, la Confraternita dell’Immacolata e tutta la Comunità ecclesiale.  L’intervento di restauro, eseguito dalla dottoressa Ivana Mancino, è stato condotto secondo criteri scientifici e nel rispetto dei principi e delle teorie del restauro moderno. Si è proceduto ad effettuare interventi e metodologie opportunamente studiate per restituire la corretta leggibilità dell’opera rispettandone comunque la materia originale, il valore artistico e ancora più importante il valore devozionale a cui tutti i fedeli sono legati.  Per lo studio e per tutte le fasi di restauro è stata prodotta una documentazione fotografica eseguita dal fotografo Enzo Brai, insieme ad una campagna di analisi diagnostiche che ha portato alla conoscenza dei pigmenti utilizzati nel tempo insieme alle vernici sovrapposte, rinvenendo sette stratigrafie di colori sovrapposti nel tempo. Il restauro, infatti,  ha riportato alla luce le originarie dorature occultate da colori posticci che ne hanno occultato la leggibilità. Ricerche storico-archivistiche e fotografiche hanno permesso di ottimizzare il restauro conservativo, portando alla luce nuovi risvolti alla ricerca storico-artistica.

 

 

Nel video lo SPECIALE,  a  cura del nostro direttore, con gli interventi integrali della presentazione.