Martedì 30 aprile, vigilia della festa di San Giuseppe lavoratore, per la comunità parrocchiale S. Giuseppe – Unità pastorale S. Giacomo- S. Domenico, è stato un giorno di grande festa. Dopo ben 19 anni di chiusura è stato riaperto al culto, con una solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’arcivescovo, card. Francesco Montenegro, il Santuario San Giuseppe di Agrigento, unico, in tutta la Diocesi, dedicato al padre putativo di Gesù. La concelebrazione è stata preceduta, in una chiesa gremitissima di fedeli, presenti anche le massime autorità civili e militari, dagli interventi di Giuseppe Sanzeri che, a nome della comunità parrocchiale, ha ripercorso brevemente la storia della Chiesa e la devozione al Santo. (vedi)
Subito dopo l’intervento di Sanzeri, al suono delle campane, è seguito il riposizionamento – con l’ascesa dal basso attraverso un apposito “ascensore” – della statua di S. Giuseppe nella nicchia sull’altare maggiore (Vedi). Grande la commozione dei tanti fedeli presenti e non pochi volti, al vedere “ascendere” il Santo all’altare maggiore, sono stati rigati da lacrime di emozione.
Prima della celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo, card. Montenegro e concelebrata dai presbiteri della città, hanno preso la parola don Giuseppe Pontillo, direttore dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Agrigento (vedi) che ha ripercorso l’iter che ha portato alla riapertura e la storica dell’arte del medesimo ufficio, Domenica Brancato, che ha illustrato ai presenti il Santuario e le opere in esso custodite facendo cenno anche ai recenti ritrovamenti (vedi). Nella parte alta dell’abside della Chiesa, infatti, durante i recenti lavori di pulitura, sono stati rinvenuti, sotto una coltre di colore a calce, i dipinti realizzati a mezzo secco raffiguranti elementi fitomorfi e geometrici, di gusto prettamente tardo-barocco, e dunque risalenti verosimilmente alla prima fase costruttiva.
Al termine della presentazione è seguita la Celebrazione Eucaristica. Il card. Montenegro nell’omelia (vedi) ha esortato i presenti a “guardare a questa chiesa con gli occhi del cuore per scoprire che in questo luogo, oggi, Dio continua a farsi presente. Ma questa Chiesa – ha detto il cardinale – ci ricorda che ognuno di noi è casa di Dio. Non basta avere un santuario dove riunirci – ha proseguito – quello che conta è che noi ci sentiamo chiesa”.
Il video della riapertura