Ricordando padre Bonanno, un prete “Innamorato” che ha voluto “morire in trincea”

777

La comunità ecclesiale di Casteltermini,sabato 9 novembre,  nel X anniversario della nascita al cielo, ricorda padre Filippo Maria Bonanno “Il buon pastore che sapeva riconoscere l’odore del suo gregge”, si legge nell’invito diffuso.

Alle ore 17:30 sarà celebrata, nella Chiesa del Carmine, la Santa Messa e a seguire nell’oratorio “Pier Giorgio Frassati”, voluto fortemente, da padre Bonanno come luogo di formazione umana e cristiana dei suoi ragazzi, si terrà lo spettacolo “W tutti” a cura dei giovani e dedicato a don Filippo.

Ha concluso il suo pellegrinaggio terreno all’età di 90 anni e 63 di ministero presbiterale, il  10 novembre del 2014, a Casteltermini, dove ha svolto gran parte del suo ministero presbiterale come parroco della parrocchia B.M.V. del Carmelo.

Ringrazio Dio di avere avuto come parroco don Filippo, prete dal cuore buono, dalla fede viva e dalla carità pastorale illuminata; per tutti, grandi e piccoli, era “padre Pà”: un vero sacerdote, di un vero padre, di un maestro nella fede.

È stato, come ha detto don Melchiorre Vutera, il giorno dei funerali , “un sacerdote semplice, dalla battuta facile e dal sorriso contagioso. Figura del tradizionale prete diocesano a servizio di tutti, a disposizione di tutti, un prete che amava la Madonna e il Cuore di Gesù e li faceva amare a tutti, ai ragazzi, soprattutto ai chierichetti, ai giovani e agli adulti di ACI. Prete in confessionale, prete accanto al malato, guida spirituale e consigliere a cui rivolgersi nelle scelte importanti e nei momenti difficili. Un prete al servizio di Cristo e della Chiesa.  Un prete buon pastore, che ha speso la sua vita per il gregge che gli è stato affidato…”

“Un prete innamorato” così lo ha definito don Vutera.

Innamorato di Gesù Sommo ed eterno sacerdote. “Era felice di essere sacerdote e questa gioia l’ha voluta trasmettere a tanti giovani che ha avviato al seminario, bel 18 durante il suo ministero di parroco. Diceva che gli sposi si completano generando dei figli e formando una famiglia.

Il sacerdote si completa generando altre vocazioni al sacerdozio. Aveva chiesto al Signore il dono di numerosi  sacerdoti e  Il Signore gli ha concesso una famiglia numerosa di sacerdoti, diaconi e di anime consacrate”.

Innamorato della Madonna. “Per il suo grande amore e devozione alla Madonna aveva aggiunto al suo nome di Battesimo, il nome di Maria. Ci teneva a farsi chiamare “Filippo Maria”. All’inizio del suo ministero di parroco ha voluto introdurre in parrocchia la “peregrinatio” continua del Cuore di Gesù e della Madonna. La statue del Cuore di Gesù e della Madonna venivano portate per un mese intero  nelle famiglie, che diventavano, così, cenacoli di preghiera e di catechesi per i membri della famiglia e del vicinato”.

Innamorato della Parola, che, nel silenzio e nella preghiera come Maria, ha accolto, assaporato, triturato per farla diventare nutrimento quotidiano per la sua testimonianza di fede e con la quale ha educato generazioni di giovani e di adulti per farli risvegliare, maturare e crescere nella fede e nell’amore di Dio e del prossimo. Le sue omelie e le sue catechesi, sino gli ultimi giorni del suo ministero, erano chiare e profonde, toccavano il cuore.

Innamorato della Comunità, che “ha amato come la sua sposa, alla quale ha dedicato le sue energie sino all’ultimo. Ricordo – ha detto mons.Vutera –  che un giorno, all’avvicinarsi del 75° anno, temendo un allontanamento dalla parrocchia per raggiunti limiti di età, si recò dal Vescovo Mons. Ferraro al quale chiese di fargli una grazia. «Dica pure – gli disse il Vescovo”. “Eccellenza, le chiedo di farmi morire in trincea». E il Vescovo lo ha accontentato.

Quante attività, quante iniziative, a quante aggregazioni laicali ha dedicato la sua attenzione: L’Azione cattolica in tutti i suoi rami, I Gruppi: catechistico, liturgico, caritativo, missionario, dei ministranti, delle famiglie. Le associazioni della Presenza del Vangelo, del RnS, della GIFRA, dell’AdP. Il Coro parrocchiale “Magnificat e il gruppo per la diffusione della buona stampa. La Confraternita della Misericordia e i Comitati per le feste della Madonna del Carmelo, Madonna delle Grazie e del Crocifisso.

Innamorato della gente semplice e bisognosa. Ricordiamo il suo grande cuore di padre, fratello e amico di tutti, che è stato l’espressione più chiara della sua pastoralità.

Innamorato dell’arte. Aveva, come si suol dire, il “mal di pietra”. “Ha profuso tante sue energie per rendere più confortevole e più bella la Chiesa parrocchiale del Carmine e la chiesetta della Madonna delle Grazie. Ha lottato contro la burocrazia per realizzare l’oratorio, cuore pulsante della pastorale giovanile. Sino agli ultimi anni della sua vita si è preoccupato di costruire una nuova Chiesa, intitolandola al Crocifisso, per le numerose famiglie che andavano popolando le periferie della parrocchia”.

A distanza di 10 anni mi sono chiesto: quale eredità ci ha lasciato? La vera eredità che ci lascia – penso-  è quella di conservare sempre la fede, una fede adulta, responsabile, fondata sull’amore e sulla Parola di Dio, testimoniata nella carità.

Carmelo Petrone