Sotto il cielo terso dell’Albania, i Rover e le Scolte del gruppo Scout AGESCI Palma di Montechiaro 2, parrocchia S. Antonio, hanno vissuto un’avventura indimenticabile: una missione di servizio e scoperta, tra paesaggi mozzafiato e incontri autentici. Zaini carichi di entusiasmo e cuori pieni di voglia di fare, hanno vissuto un’esperienza che lascerà il segno. Dopo aver ricevuto il mandato missionario diocesano, domenica 23 giugno, i ragazzi e i lori capi, sotto la guida spirituale di don Marco Farruggia, assistente ecclesiastico diocesano AGESCI, giorno 12 luglio sono partiti in 22 alla volta di Tirana dove ad attenderli c’erano i missionari agrigentini in Albania, don Ignazio Bonsignore e don Angelo Porrello; con loro hanno raggiunto l’Amministrazione di Korce, nel sud dell’Albania.
Lontani dalla routine quotidiana, gli R/S si sono immersi in una realtà diversa, ricca di tradizioni e storia. L’Albania, con i suoi tesori archeologici e la sua natura incontaminata, ha offerto loro uno scenario ideale per esplorare e imparare. La missione – ci dice don Marco quasi al termine dell’esperienza – ha avuto diversi obiettivi: è stata un’occasione di servizio con la sistemazione di un rifugio/casa nella periferia malfamata di Korce, dove vive di stenti una famiglia albanese; ma non solo, i ragazzi hanno lavorato, fianco a fianco, con la gente del posto, stringendo legami di amicizia e collaborazione e animando le comunità di bambini, anziani e ammalati con l’intendo di testimoniare la Gioia dell’essere in Cristo… Tuttavia, non si è limitata al solo servizio. È stata un’occasione unica per mettersi alla prova, superare i propri limiti e crescere come persone. L’incontro con culture e religioni diverse, la vita in comunità e il lavoro manuale hanno insegnato loro l’importanza del rispetto, della solidarietà e dell’adattamento.
L’auspicio – prosegue don Marco, che ha prestato il suo servizio missionario in Albania – è che al termine della missione, gli R/S ritornino a casa con un bagaglio di esperienze. Hanno imparato a conoscere una nuova realtà, a confrontarsi con culture diverse e a lavorare in gruppo per un obiettivo comune. L’Albania ha lasciato segno nei loro cuori, un segno indelebile di crescita personale e di scoperta del mondo. Si sono confrontati – prosegue – con concetti e esperienze di vita che apriranno le loro menti su temi come il dialogo ecumenico e interreligioso, ma dalla prospettiva di essere minoranza, e ancora sul concetto di povertà ed emarginazione, sul concetto di libertà dai totalitarismi e sulla possibilità di sperimentare cosa vuol dire evangelizzazione.”
“La missione in Albania continua don Marco – rappresenta un esempio concreto di cittadinanza attiva. Il Clan del Palma 2, attraverso il proprio impegno e la propria dedizione, dimostra come i giovani possano essere protagonisti di un cambiamento positivo nella società. Il loro servizio contribuisce a migliorare la vita delle persone in difficoltà e a costruire un mondo più giusto e solidale…
L’esperienza non si concluderà con il ritorno a casa. Gli R/S porteranno con sé i valori appresi e l’entusiasmo per il servizio. Mi auguro che continueranno a impegnarsi nella loro comunità, promuovendo la solidarietà e la fratellanza tra i popoli. Insomma, conclude, la missione in Albania è solo l’inizio di un viaggio lungo una vita, un viaggio alla scoperta di sé e del mondo, all’insegna dei valori scout, per poter realizzare il sogno di BP di “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato!”
CP