Il 28 dicembre, presso il seminario arcivescovile di Agrigento, si è tenuto un incontro diocesano di formazione e di fraternità, promosso dalle segreterie USMI, CISM, CIIS e OV, che ha visto la partecipazione di 80 tra Religiose, Religiosi, Istituti Secolari e Ordo Virginum. Dopo la fraterna accoglienza e un momento di preghiera, la professoressa Anna Pia Viola, della facoltà teologica di Sicilia, ha trattato il tema: “La gioia del ‘Sì’. Oltre le paure, ripartire dalla logica delle Beatitudini”. Nel contesto dell’universale chiamata alla santità, la famiglia della Vita Consacrata diocesana ha voluto dedicare una riflessione a questa pagina del vangelo, dal chiaro sapore battesimale, perché in essa c’è lo scopo di ogni esistenza umana, che consiste nella conformità a Cristo Gesù, attraverso cui ogni discepolo acquisisce la rinascita dall’alto, la vita nuova nello Spirito. In tal senso la relatrice – tenendo presente anche la pagina del Magnificat, che con quella delle beatitudini ha molti richiami – ha offerto tre chiavi di lettura.
- Invocare l’aiuto divino con la preghiera: “Vieni, Signore, a salvarci”, per contrastare l’inganno e la falsità, le ombre e le illusioni di un cristianesimo disincarnato che non fa riconoscere Dio come l’autore di ogni bene e non permette l’incontro con l’altro. Lo spirito delle beatitudini aiuta a scardinare l’inganno, su se stessi e sui fratelli.
- Meditare l’annuncio dato ai pastori nella notte di Natale attraverso l’indicazione del segno: “Troverete un bambino in una mangiatoia”, che ci presenta Gesù in un’innocenza e fragilità che disarma e incanta, mentre molte volte il desiderio di onnipotenza spinge l’uomo a non accoglierlo. La logica delle beatitudini libera dalla frenesia dei segni, salva dal pensare con la dicotomia del giusto e dello sbagliato, dal dividere gli uomini in categorie privilegiate ed emarginate.
- Considerare le beatitudini applicate alla condizione umana e, di conseguenza, la vita consacrata che sceglie con Gesù la vita umana concreta, così come Lui l’ha vissuta, nella gioia e nella sofferenza, nei limiti e nella fragilità, imparando che non si vive la gioia e la beatitudine se non si accetta la sofferenza così come si presenta nella quotidianità. La logica delle beatitudini è un atto di fede nella Parola di Dio, da tenere sempre come pilastro della propria vita per scegliere e fare come ha voluto Lui, per confidare sempre nel suo amore gratuito e fedele. L’incarnazione non è avvenuta nella santità di un popolo, ma mentre questo popolo era ancora nel peccato. Dio ha voluto donare una vita nuova all’uomo concreto con le sue miserie e i suoi limiti strutturali, per chiamarlo a ricostituire la condizione umana originaria e vera. I consacrati non sono chiamati ad essere angeli, ma a vivere la logica dei redenti, a sperimentare la verità di Dio che è misericordia infinita e a diventare misericordiosi.
Al termine della relazione, il tema é stato arricchito dai diversi interventi dei partecipanti e dagli ulteriori approfondimenti della prof.ssa Viola, aprendo i cuori a una gioia immensa.
É seguita l’Eucaristica, presieduta dal delegato vescovile per la Vita Consacrata e concelebrata con i presbiteri religiosi presenti. L’agape fraterna ha coronato la giornata in festosa fraternità e in un convinto
Santina Piazza
Santina Piazza