“Si è tenuto giovedì 12 maggio 2022, nella Villa Comunale di Licata il primo incontro pubblico con gli studenti degli Istituti medi e superiori, i rappresentanti della società civile e con la cittadinanza, organizzato nell’ambito delle iniziative pianificate dalla “Cabina di Regia” per l’attuazione del “Patto per la sicurezza urbana – Licata Sicura”. L’incontro – anche in memoria delle origini storiche della Città – è stato pensato come una Agorà di presentazione, confronto e condivisione degli obiettivi e delle attività da mettere in campo, focalizzandosi in particolare sui temi che sono stati proposti dagli studenti che hanno interloquito con le Istituzioni e le Associazioni presenti, dando vita ad una dialettica informale e propositiva. Presenti all’iniziativa l’Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, il Prefetto Maria Rita Cocciufa, il Sindaco di Licata, Giuseppe Galanti, i Vertici Provinciali delle Forze dell’Ordine, i Dirigenti Scolastici ed i Rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Provinciale e di Enti ed Associazioni socialmente attivi; tutti a testimonianza dell’attenzione riguardo i positivi segnali promananti da ampi ambiti della cittadinanza nel senso di un’autentica volontà di partecipazione e di reazione attiva ai molteplici aspetti critici che da tempo affliggono il tessuto sociale licatese. Molti gli spunti e le proposte emersi, soprattutto sulla sicurezza del territorio, la fruibilità degli spazi pubblici con la volontà di “adottarne” alcuni per averne cura direttamente, la necessità di spazi aggregativi, il bisogno di attività culturali, artistiche, ricreative e di intrattenimento da realizzare in varie zone della città; su questi temi la “Cabina di Regia” continuerà a lavorare insieme a tutti gli attori coinvolti, al fine di dare effettivo riscontro intanto sulle istanze di pronta fattibilità. Apprezzamento e cauto ottimismo sono stati espressi dai ragazzi che hanno potuto dare voce ai disagi ed ai bisogni del vissuto quotidiano, manifestando la propria volontà di partecipazione, e con altrettanta soddisfazione sono stati colti dalle Istituzioni presenti tali segnali di attenzione e partecipazione attiva”.
Fin qui il comunicato stampa diffuso dalla Prefettura di Agrigento a margine dell’Agorà”. Ho avuto il piacere di essere presente al momento di ascolto e confronto nella “Piazzetta 8 marzo” all’interno della Villa comunale e sono tornato a casa rincuorato rispetto a quanto negli ultimi mesi ho visto, letto e sentito su Licata. Ritengo che il filo rosso che ha unito gli interventi delle istituzioni, dei giovani e della società civile è che “Licata Sicura” solo con il l’assunzione di impegni e la responsabilità da parte di istituzioni e cittadini, ognuno per la propria parte. E per fare questo occorre ascoltare, confrontarsi e includere tutti. Quello, che a mio avviso adesso serve è una progettualità e impegni condivisi (chi fa cosa? come? con quali risorse materiali e immateriali?); ma ancora serve una conoscenza non superficiale della realtà.
La sfida, insomma, ancora una volta è educativa, per tutti e a tutti i livelli; capaci di accogliere le positività, i sogni, gli impegni dei giovani, della scuola, delle associazioni e delle istituzioni. Mi si permetta una nota linguistica; sovente si dice che i ragazzi sono il nostro futuro. A Licata ho visto ragazzi che sono, non il futuro ma il presente della città; ho sentito nelle loro riflessioni e nelle loro richieste verbi, non coniugati al futuro, ma al presente; ho visto occhi chiusi dal sole che ha accompagnato la giornata ma capaci di vedere nel buio della cronaca spiragli di luce che può venire – e loro lo sanno bene – dall’impegno di tutti e di ciascuno come ha loro ricordato l’arcivescovo Alessandro, all’inizio dell’Agorà e a conclusione indicando loro tre modelli: il “noi” di don Pino Puglisi (“Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”), la credibilità dei fatti di Rosario Livatino (“Al termine della nostra vita non ci verrà chiesto se siamo stati credenti ma credibili”) ed infine, l’impegno personale di Gandhi, invitando i ragazzi, con parole sue – “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” – a cambiare le cose che non vanno a partire da se stessi senza indugi, senza aspettare che (e se!) le cose cambino.
L’auspicio è che l’ascolto – che ha permesso a tutti di esprimere disagi e limiti ma anche sogni e prospettive – possa adesso sfociare in una rinnovata assunzione di responsabilità gli uni nei confronti degli altri alimentando quella cultura della “squadra”, come ama ripetere alle Istituzioni del territtorio il Prefetto Cocciufa; la cultura del “noi” per passare dall’agora come strumento e spazio di ascolto e confronto, alla polis come spazio di vita dove declinare nei fatti gli impegni assunti.