Amministrative, i sindaci chiedono di non far saltare la proroga dei mandati

don Mario Sorce direttore dell'Uff. di Pastorale Sociale dell'Arcidiocesi di Agrigento

Hanno inviato una lettera al Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché e al Presidente della Regione Nello Musumeci perché venga ritirato l’emendamento presentato a sala d’Ercole dal deputato Udc Eleonora Lo Curto. Sono i sindaci della provincia di Agrigento i quali con una lettera si scagliano contro l’emendamento che, se approvato, prevede il commissariamento dei 61 Comuni nei quali si voterà per il rinnovo dei Consigli comunali e dei primi cittadini. Di fatto la non proroga del mandato, per altri sei mesi dalla scadenza naturale di maggio, a causa dell’emergenza coronavirus.

I sindaci agrigentini ritengono l’emendamento “inopportuno rispetto al grave momento che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero. In queste settimane abbiamo potuto constatare come la figura del primo cittadino sia stata punto di riferimento per tutti gli abitanti delle nostre città. Va da sé che privare i cittadini di una guida, nelle settimane a venire, potrebbe vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad ora”.

“Un emendamento inammissibile – ritengono – che tra l’altro, si discosta dal volere del Governo centrale il quale ha già previsto la proroga delle cariche e in conformità a quanto stabilito dal decreto legge del 20 Aprile n.26, fissando lo svolgimento del turno elettorale fra il 15 settembre e il 15 dicembre 2020 , consentirebbe anche agli amministratori dei comuni interessati di fronteggiare l’emergenza sanitaria e socio economica”.

I sindaci chiedono di dichiarare l’inammissibilità dell’emendamento, e in subordine, di proporre all’onorevole Lo Curto il ritiro dell’emendamento. Ma anche che “qualora non acconsentisse al ritiro che il voto in aula avvenga in modo palese e non segreto. Se l’Assemblea regionale sarà favorevole all’approvazione di questo, ci conceda il termine, obbrobrio, i cittadini dei 61 comuni coinvolti hanno il diritto di sapere chi ha votato a favore e chi no”.

“Presidente – concludono i sindaci nella lettera – lei è garante dei diritti della maggioranza e dell’opposizione ma anche, e soprattutto, garante della trasparenza. Ed è proprio al principio della trasparenza che ci appelliamo affinché qualsiasi scelta l’Assemblea Regionale si appresti a fare sia fatta alla luce del sole e sia valutabile dagli elettori siciliani nei cui confronti noi Sindaci ci siamo messi a servizio dal primo giorno del nostro insediamento. Ed è proprio questo che pretendiamo dall’Assemblea regionale, che il suo agire sia mosso esclusivamente a vantaggio del bene collettivo e non mortifichi un ruolo istituzionale, oggi più che mai, in prima linea al servizio delle comunità locali”.

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