Giubileo Lauretano. A Lampedusa la Madonna pellegrina di Loreto

2228
La Madonna di Loreto a Lampedusa

Nell’ambito del Giubileo Lauretano indetto dal Papa il 1° novembre dello scorso anno (vedi), la statua della Vergine Lauretana ha raggiunto,  il 6 febbraio 2020, l’isola di Lampedusa per la prima tappa del pellegrinaggio dell’immagine della Madonna di Loreto, promosso nell’ambito del Giubileo lauretano indetto per ricordare i 100 anni dalla proclamazione di Maria patrona dell’Aeronautica militare.  

Il Card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ha presieduto la S. Messa concelebrata dall’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò e dai cappellani militari di tutta la Sicilia e dal parroco e coparroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra e don Fabio Maiorana. Presente alla Concelebrazione il gen. Alberto Rosso, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e   le massime autorità Civili e Militari del territorio della Provincia di Agrigento.

“Non si può accettare che in queste magnifiche acque desiderate dai turisti siano morti 60.000 migranti, facendolo diventare cimitero liquido”. È il monito dell’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro, lanciato venerdì 6  febbraio 2020 da Lampedusa dove si è celebrata la prima tappa del pellegrinaggio dell’immagine della Madonna di Loreto, promosso nell’ambito del Giubileo lauretano indetto per ricordare i 100 anni dalla proclamazione di Maria patrona dell’Aeronautica militare. “Essere cristiani – ha detto il cardinale durante l’omelia della  – è acquisire lo stile del Maestro Gesù, avere cioè la sua stessa attenzione per i poveri, gli ammalati, gli esclusi e la sua capacità di stare accanto agli ultimi perché scoprano di essere i primi davanti a Dio. Questo compito riguarda tutti i battezzati, anche voi che portate una divisa che vi fa onore e che onorate col vostro servizio; tutti siamo chiamati dal Risorto a portare, là dove operiamo, la notizia della possibilità di una buona vita”. “Gesù – ha aggiunto l’arcivescovo di Agrigento – ci chiede di annunciare, testimoniare, farci vicini agli altri; essere cristiani non è avere addosso il bollino blu della fede, ma è mettersi in gioco, avere il coraggio di andare controcorrente, pur sapendo che lo stile di vita proposto dal Vangelo non sempre e non da tutti è accettato. Non si tratta di essere dei superman o dei ‘Mastro Lindo’ – ha precisato – ma di raccontare con i gesti più che con le parole, che l’amore si è fatto carne e può riempire di significato ogni vita umana. Vivere da cristiani per noi non è un dovere ma, come ci ha ricordato Papa Francesco, è una gioia. Se il Vangelo è gioia, vivere e portare il Vangelo è fonte di gioia”. Per far ciò, ha rimarcato il card. Montenegro, “non può essere sufficiente una fede da supermercato, da prendi tre e paghi due, light, a basse calorie, inodore, incolore, insapore, né liscia o gassata ma frizzante naturale. Quella che fa sentire le bollicine nel naso. Una fede senza bollicine può essere tutto ma non è fede. La fede è sale, fuoco, è credere che l’impossibile può essere possibile”. “Voi potete comprenderlo meglio di tanti altri – ha affermato rivolgendosi agli aviatori presenti – perché non vi accontentate di guardare il cielo, ma ci andate. Non siete campioni da video giochi, ma uomini che sanno osare e sfidare. Voi siete abituati a volare alto. Che nella vita quotidiana sappiate essere gli uomini dell’oltre, dell’alto, capaci di credere e far credere che al di sopra delle nuvole il sole continua a brillare. Siate campioni nella vita, così come dimostrate di esserlo quando guidate i vostri aerei”.

Le parole dell’ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò

“Camminare accanto a tutti i fratelli, condividere persino i viaggi più rischiosi; difendere e soccorrere, con spirito di servizio e competente dedizione, fino al dono della vita, sempre invocando la protezione della Madre che veglia sul cammino di tutti”: è questo il compito dei militari italiani indicato dall’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, giunto a Lampedusa per la prima tappa del pellegrinaggio dell’immagine della Madonna di Loreto. All’inizio della messa mons. Marcianò, salutando le autorità civili e militari, tra le quali il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso, ha ricordato che “la Vergine di Loreto è simbolo del volo, metafora del viaggio della vita e dei tanti viaggi che gli uomini devono affrontare, come sa anche chi si trovi ad abitare o ad operare in questo lembo di terra, bagnata da un mare nel quale si avventurano tanti nostri fratelli e sorelle che fuggono da luoghi di dolore, guerra, ingiustizia, spesso non riuscendo neppure a raggiungere il porto sognato. Maria parte oggi da qui perché Ella viaggia con gli uomini, si mette in cammino accanto a loro, condividendo lacrime e speranze e rimanendo vicina in tanti nuovi inizi”. “A Lampedusa, come in tanti luoghi del nostro Paese e del mondo intero, – ha aggiunto mons. Marcianò – i militari, spesso lontani dalle loro case e famiglie, diventano ‘casa’ per molti, impegnandosi in un’accoglienza ordinata, in grande sinergia con i cittadini, le Istituzioni e la Chiesa locale, con la quale la nostra comunità ecclesiale cresce in comunione di fede e opere”. La Madonna di Loreto, ha concluso l’ordinario militare, “conceda ai militari dell’Aeronautica italiana, ai diversi operatori di volo, a noi qui presenti e alla Chiesa tutta una tale sollecitudine, per renderci capaci di ospitare e cercare ogni uomo con il suo stesso cuore di Madre”.

Il Generale Alberto Rosso, Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare

“Oggi per noi  è un momento di festa che celebriamo in un lembo di terra particolarmente complesso, martoriato dalle criticità di un mare che potrebbe essere un’opportunità incredibile e che invece, in questo frangente, non vive uno dei suoi momenti migliori”. Lo ha affermato il gen. Alberto Rosso, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, a Lampedusa.(cfr. Agensir) “Normalmente – ha spiegato – quando ho avuto modo di visitare i nostri uomini di tutte le forze armate impegnati nelle missioni all’estero, ho raccolto due parole che mi hanno sempre reso fiero e orgoglioso di servire il Paese con le stellette. Queste parole sono state: professionalità e umanità. Sono forse due caratteristiche che distinguono gli italiani da altri popoli e altri Paesi e credo che questo sia il modo in cui siamo apprezzati e stimati anche all’estero, in maniera spesso silenziosa. Con umanità e competenza riescono a portare aiuto e soccorso là dove ci sono difficoltà”. Per Rosso, “il fatto che oggi siamo qui, insieme a tutte le istituzioni, credo sia un momento importante per la nostra popolazione, i nostri cittadini: le istituzioni ci sono, lavorano insieme, a servizio del Paese su tutto il territorio nazionale, e l’Aeronautica Militare lo fa insieme a tutte le altre Forze Armate. Oggi siamo qui a celebrare e venerare la nostra patrona e vorrei che il Giubileo lauretano sia l’occasione per ricordare i principi che muovono le istituzioni rendendole unite e al servizio del Paese”. “Quest’anno – ha proseguito – l’effige della nostra patrona girerà per tutta l’Italia visitando ogni reparto, anche i distaccamenti più piccoli della nostra Forza Armata, e non è quindi un caso che io oggi sia qui a Lampedusa: è un segno di attenzione e di vicinanza alle realtà più piccole, meno visibili, meno nobili per certi aspetti ma fondamentali per il servizio che l’Aeronautica offre al Paese”. Concludo ricordando l’iniziativa benefica ‘Un dono dal cielo’, un segno di generosità che l’Aeronautica ha voluto fare in quest’anno giubilare per essere vicino a chi è meno fortunato di noi. Per tutto l’anno, l’Aeronautica Militare raccoglierà dei fondi destinati a tre ospedali pediatrici dislocati sul territorio nazionale: l’Istituto Gaslini di Genova, il Bambino Gesù di Roma e il Santobono di Napoli.

Patrona di tutti gli aviatori da un secolo

Fu Benedetto XV, accogliendo i desideri dei piloti della Prima guerra mondiale, a proclamare la Vergine di Loreto Patrona di tutti gli aviatori il 24 marzo 1920. La tradizione Lauretana relativa al trasporto della Casa di Maria “per mano degli angeli” da Nazareth all’antico territorio di Recanati nel 1294, fu l’occasione per la scelta della Madonna di Loreto come patrona.

Nel video (di Carmelo Petrone) l’omelia del card. Francesco Montenegro

 

Fotogallery