Gli arcivescovi di Agrigento, hanno celebrato il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, in due distinte celebrazioni: il card. Francesco Montenegro ha presieduto la S. Messa, con il Rito della benedizione e imposizione delle Ceneri, nella Basilica Cattedrale San Gerlando. Mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo coadiutore, invece, ha celebrato nella nella Chiesa del Rosario a Cattolica Eraclea (Vedi qui).
Nell’omelia il Card. Francesco Montenegro ha esordito dicendo: “Cominciamo oggi, aggiungo subito gioiosamente, una nuova Quaresima. Gioiosamente perché questo è il tempo che ci dà la possibilità d’incontrare Colui che è venuto a salvarci per amore tanto da offrire la sua vita e vincere la morte stessa risorgendo. Il Papa dice: «l’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo».L’incontro col Risorto è destinato a riempire di senso la nostra vita, a dare alla verità un posto fisso in essa, a rinnovare in noi la fede, la speranza e la carità» (Papa Francesco). È la grande possibilità per poterci purificare nella parola di Dio, “perché ricevendo Dio nella nostra vita gli consentiamo di “prendere dimora” presso di noi” (cfr Gv 14,23). Ecco perché il tempo speciale che apre il Mercoledì delle Ceneri è pieno di una misteriosa e rinnovata letizia… È’ una gioia che ha la radice nella stessa parola di Dio. Gioele ha detto: «Così dice il Signore: Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore perché Dio, è misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura». C’è da restare stupiti – ha proseguito – di fronte a tale definizione di Dio: Colui che ci chiama e salva è misericordia, è vivo, benevolente, vicino a noi; anche quando non lo ricordiamo, lo offendiamo o respingiamo, lui resta benigno e si impietosisce..

È’ questo il punto di partenza della Quaresima: riconoscere che possiamo amare di più nostro Signore, e mettere tutto l’impegno per volerlo amare davvero e di più.. Ci è chiesta – ha proseguito – una fede fremente e vivace che rivolga tutto di noi a Dio. Alla fine del cammino quaresimale lo troveremo sofferente prima e poi risorto: sarà il momento determinante e solenne per ciascuno di noi.. Nonostante ci sentiamo e siamo piccoli e peccatori, meschini e duri – ha ricordato l’Arcivescovo – , abbiamo davanti un Dio che, senza vergogna, dichiara quasi di aver bisogno di noi. Che si comporta come se il nostro amore gli fosse necessario per essere felice. Ci vuole e ci chiama! E come dimostrazione del suo grande cuore ci da’ la Pasqua! La quaresima aiuta a penetrare a poco a poco nel mistero pasquale. Questi quaranta giorni ci devono far giungere ‘veri’ dinanzi a Dio. Non può esserci conversione del cuore senza onestà e di verità interiore”…
Cosa voglio dire? Nel Vangelo ci è chiesto di non preoccuparci di costruirci una faccia dinanzi al prossimo, ma di accettare di perderla fdavanti a Dio…
Profittiamo – ha proseguito – di questo tempo di verità, di verifica e di spogliamento di noi e; buttiamo via le nostre maschere e presentiamoci a Dio per quello che siamo. Alla fine del cammino quaresimale il risorto ci attenderà col suo sorriso di fratello e con tutto il vigore del Dio fatto Uomo. È’ una scelta da fare, anche perché è un gioco d’equilibrio rischioso quello di cercare gratificazione dagli altri, più che da Dio…
Rispecchiamoci in queste parole di Gesù; chiediamoci se anche a noi piace agire per avere la lode degli altri, preoccuparci della nostra onorabilità e vivere per la stima degli altri. Intendiamoci – ha precisato l’arcivescovo – non è, che non dobbiamo essere soddisfatti della stima degli altri. Gesù non dice questo, bensì contesta la pretesa di sentirci preoccupati e soddisfatti di ottenere l’ammirazione dagli altri. Gesù chiede invece che sia il giudizio di Dio, che è sempre amorevole e paterno, a scendere fin nel profondo del cuore, a mettere a nudo i segreti della coscienza, e svelare ciò che spesso non vorremmo svelare neppure a noi stessi… Viviamo bene perciò la Quaresima accettandola come tempo di verità, di verifica e di spogliamento di noi; buttiamo la maschera e presentiamoci a Dio come siamo. La Chiesa ci dà istruzioni e indicazioni giuste raccomandandoci di percorrere la via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale col Padre (la preghiera). Percorrere queste strade- ha concluso – ci permetterà di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.”
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Il Video della Celebrazione dell’Arcivescovo Card. Montenegro