Uno dei passi più teneri che possiamo leggere nel Cantico dei cantici è quello in cui l’amata viene definita una colomba che sta nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi. Tale immagine ricorda la testimonianza di vita della giovane palermitana Rosalia che, quasi nove secoli fa, scelse di abitare un umile e freddo antro della Quisquina, per amore del suo Signore. Proprio in quel luogo scelto dalla Romita, la comunità di S. Stefano Quisquina ha vissuto nei giorni scorsi una settimana densa di preghiera e di spiritualità, nella cornice dell’anno giubilare a lei dedicato: gli stefanesi, guidati dal parroco don Giuseppe Alotto, hanno così festeggiato i 400 anni dalla scoperta della grotta e dell’epigrafe di S. Rosalia alla Quisquina.
Ad aprire solennemente le celebrazioni, domenica 18 agosto, S.E. Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo (vedi qui), che ha manifestato la propria gioia di celebrare la liturgia in quel luogo santo dove Rosalia, ancella del Signore, si è decisa per Lui, vivendo da eremita. Richiamando il Vangelo in cui Gesù dice alla folla «chi mangia la mia carne e beve il sangue ha la vita eterna», il corpo di Rosalia che salva Palermo dalla peste, afferma il Vescovo Lorefice, diviene un esempio per noi che siamo chiamati ad abbandonare il dilagante individualismo e a spandere al nostro passaggio vita, bene, attenzione, cura.
Nel corso della settimana si sono avvicendati diversi sacerdoti che hanno presieduto la liturgia: don Carmelo La Magra, accompagnato da una delegazione della comunità di Racalmuto; don Gianluca Arcuri, con il coro parrocchiale di S. Giovanni Gemini; il cappellano militare don Salvatore Falzone, che ha presieduto la S. Messa per le forze armate e di polizia (vedi qui); il parroco della Cattedrale di Agrigento don Giuseppe Pontillo, accompagnato dal Coro Diocesano; don Giuseppe Morreale, accompagnato dal coro della comunità di Casteltermini.
Il cuore dei festeggiamenti è stato rappresentato, sabato 24 agosto, dal pellegrinaggio serale verso l’Eremo della Quisquina, arricchito da una numerosa partecipazione di fedeli e dalla presenza alla Quisquina, domenica 25 agosto, dell’ Arcivescovo Alessandro Damiano, che ha presieduto la liturgia e impartito la solenne benedizione papale con annessa indulgenza plenaria.(vedi qui) Durante l’omelia (ascolta), si è soffermato sull’esempio di vita di Rosalia che, se accolto nella nostra vita, diviene la prova dell’autenticità della nostra devozione: ricercare, come ha fatto lei, l’essenziale e impegnarsi a vivere il Vangelo. Solo aderendo a Colui che ha parole di vita eterna, infatti, si possono fare certe scelte a cui anche noi siamo chiamati. Non mancheranno altri appuntamenti per onorare la Santuzza, tra i quali la memoria liturgica del 4 settembre e il 25 settembre, data in cui si ricorda il 399° anniversario dell’arrivo in paese del busto argenteo contenente le reliquie di Rosalia, la Santa Romita che, a distanza di secoli, continua a mostrarci la via per arrivare a Cristo.
Sofia Gaetani Liseo