Dopo secoli, Gerlando visita Bivona

Nella cornice del Giubileo che commemora i 400 anni di proclamazione di S. Rosalia a Patrona di Bivona, lunedì 19 febbraio si è celebrata a Bivona la Peregrinatio del busto argenteo di San Gerlando contenente le insigni reliquie del Patrono dell’Arcidiocesi di Agrigento. Evento introduttivo alla consegna dell’olio da parte della città di Bivona al santo patrono il prossimo 26 febbraio in occasione del Pontificale in Cattedrale.Nel pomeriggio il prezioso reliquiario è stato accolto in Via Roma dall’Arciprete, dal signor Sindaco, dal Maresciallo e dai numerosissimi fedeli accorsi per lo storico evento. La processione esterna animata dal coro della comunità ecclesiale, ha compiuto due stazioni nelle quali è stata letta la vita di San Gerlando, tratta dal prezioso libro che Mons. De Gregorio scrisse nel 1996 sulla chiesa agrigentina. Giunti in Chiesa Madre il reliquiario è stato intronizzato all’altare maggiore. I sacerdoti indossati i paramenti, hanno fatto ingresso in presbiterio insieme ai ministranti per la solenne celebrazione della santa messa presieduta dal canonico del capitolo metropolitano della cattedrale don Giuseppe Agrò, delegato dall’arcivescovo e dal prevosto parroco ad accompagnare il busto gerlandiano.  Il tema della giornata era titolato: Gerlando Custode della nostra Chiesa Diocesana, argomento che evoca la figura del “Vescovo” della “Cattedra” e dei “Fedeli” che integrano la Diocesi, porzione della Chiesa universale.

Nell’intervento omiletico don Giuseppe ha tenuto conto di alcuni aspetti: del Giubileo, di Suor Maria Roccaforte, di S. Rosalia, di S. Gerlando, oltre ai testi del Lezionario feriale, in un’unica ed interessante sintesi.

La peregrinatio del busto è stata vissuta come un iter a due tappe.  La prima in Matrice, ex Collegio dei Gesuiti ove è seppellita la Venerabile Suor Maria Roccaforte, monaca Benedettina Bivonese che ha ricevuto le apparizioni di S. Rosalia. I Padri Gesuiti, alla morte della santa monaca, chiesero di tumulare il corpo nel loro Collegio, nella cappella di S. Ignazio di Loyola, ove sono tutt’oggi.  L’indomani il busto del patrono è stato traslato nella chiesa giubilare della santa Patrona per la seconda tappa. Il tema della giornata è stato: Gerlando e Rosalia testimoni di Cristo.  Anche dopo secoli, Gerlando continua ad affascinare per la sua fortezza e risolutezza nel risollevare le sorti di una chiesa letteralmente devastata. Consacrato da Papa Urbano II nel 1088, il novello vescovo Gerlando venendo ad Agrigento dovette sperimentare quanto provarono Esdra e Neemia nel vedere le rovine del tempio e della città santa; ma non si perse d’animo e coraggiosamente cominciò la ricostruzione spirituale e materiale e materiale dopo l’invasione musulmana che causò l’annientamento della diocesi. Apostolato svolto su due fondamentali direttive: la verità con la predicazione e la carità. Ai tempi del santo di Besançon, la diocesi agrigentina era molto vasta, ma non contava tutti gli attuali paesi, nati secoli dopo. Bivona era invece esistente da tempo e la vita ecclesiale ruotava attorno all’antica Matrice di Sant’Andrea. È lecito dunque pensare che il Vescovo Gerlando si sia recato anche nella sua Bivona per una sua visita pastorale. Quello di lunedì è stato probabilmente un ritorno, dopo secoli!

di Marco Vella

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