S. Calogero: il programma della festa – la novità: un carrello spinto a mano dai devoti

3771
(Immagine di S. Calogero - foto C.Petrone)

Martedì 19 giugno, nella sacrestia del santuario San Calogero di Agrigento, il rettore,  don Giuseppe veneziano   ha presentato, durante una conferenza stampa (vedi video) il programma della festa dal 28 giugno all’8 luglio.

Il programma della festa

Un carrello spinto dai devoti al posto del camion. Una novità che sarà introdotta nella festa di quest’anno riguarda il il camion sul  viene collocata la statua di san Calogero per la processione serale – dalla Chiesa dell’Addolorata al Santuario – delle due domeniche di luglio;   sarà sostituito da un carrello che sarà spinto – scrive don Giuseppe – da famiglie,  da “genitori  e figli, anziani e giovani, agrigentini di tradizione e nuovi cittadini che ‘porgeranno la spalla a San Calogero’. Nel suo messaggio – il rettore –  si chiede:  chi sono i santi?  “Sono coloro – risponde – risponde che hanno offerto al popolo la spalla in obbedienza al comando del Signore “portate ioni i pesi degli altri”. Quando il nostro San Calogero –  dice don Giuseppe –  va in processione tutti vorrebbero portarlo in spalla. Questo porgere la spalla – continua –  e il gesto di Gesù e vogliamo imitarlo. Quando porgiamo la spalla alle necessità dei nostri fratelli, sperimentiamo con stupore gratitudine che Dio poste spalla noi. Questo gesto – dice – vuole essere un richiamo a condividere il “peso” soprattutto pensando che come uomini e ancor più come cristiani dobbiamo aiutarci a portare i paesi ioni degli altri per sperimentare la gioia della fraternità. Come San Calogero anche noi vogliamo vivere il Vangelo come aperte virgolette vera Via della gioia”, della fraternità in quanto fratelli, figli dello stesso padre, superando così le bandiere dell’indifferenza, del razzismo e dell’autoreferenzialità. Quando si porge la spalla, e il cuore che si apre al dono nell’altro ci riconosciamo dono, fatti l’uno per l’altro, compagni di cammino. “Portare sulle spalle” il simulacro del Santo chiamato degli agrigentini è un desiderio, coltivato da tanti fin da piccoli. La tradizione vivente è pluricentenaria vede la folla dei devoti avvicinarsi al simulacro per poterlo toccare, abbracciare, accarezzare e baciare… Ecco perché – conclude Don Giuseppe Veneziano – per il rientro notturno al Santuario, la confraternita ha pensato di offrire un adeguato carrello in ferro per favorire la devozione di tutti i fratelli”.

 

Il video della conferenza stampa