Continua il cammino in preparazione all’Ordinazione Episcopale di mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo Coadiutore eletto di Agrigento. Sabato 8 agosto è stata pubblicata la terza video catechesi – “nel segno del mare” – delle cinque previste. Sullo sfondo dei cinque elementi contenuti nello stemma episcopale dell’Arcivescovo Coadiutore eletto – il melograno (vedi), il ramo di mandorlo (vedi), il mare, la torre e la fascia dorata – i cinque videoclip approfondiscono altrettanti temi legati al ministero del Vescovo nella Chiesa.
Nel III video il card. Francesco Montenegro ci consegna l’immagine della Chiesa “che è – dice – come una barca. È nello stare insieme che si trova la forza e la voglia di raggiungere la riva. L’essere Chiesa – dice l’Arcivescovo – è mettere in comune quella ricchezza che ognuno di noi porta, nessuno può sentirsi estraneo”.
Don Alessandro, invece, nel suo contributo ricorda come le chiese di Agrigento e di Trapani sono circondate dal mare, per questo “il mare – dice – con il suo carico simbolico, biblico, liturgico non poteva mancare nello stemma. Questo mare – ricorda non è un mare qualsiasi è il mediterraneo che, pur non essendo in senso geopolitico un continente, è percepito dalle genti che lo abitano come una entità unica in cui ciascuno è connesso all’altro sia dal punto di vista storico che culturale. Attorno al mare, le nostre chiese si trovano di fronte a sfide molto grandi, che sono poi quelle del nostro mondo: la sfida del dialogo interreligioso, la sfida dell’ecologia e non ultima la sfida dell’accoglienza dei migranti che la Chiesa agrigentina sente sulla propria carne”. Don Alessandro ricorda poi l’incontro di Bari del febbraio u.s. di tutti i vescovi del Mediterraneo dove è stato ricordato come il Mediterraneo nei secoli sia stato sempre luogo di incontro e di scambio tra culture e civiltà…” o conserverà – dice don Alessandro – la sua vocazione di essere un mare di pace o sarà il cimitero dei nostri rifiuti e delle nostre chiusure”. ” La scelta del mare – conclude- “perché non si perda di vista il basso orizzonte; perché si prenda il largo, anche quando rimanere sottocosta dà più sicurezza; perché maturi la consapevolezza di essere servitori non solo delle nostre comunità, ma servitori di tutti gli abitanti del nostro Mediterraneo: cristiani, musulmani, ebrei, cercatori di senso, uomini a donne di buona volontà”.