«Partecipi» ma allo stesso tempo «convinti che si stia apprendendo la dolce legge della condivisione e della compassione». Scrivono così i Vescovi di Sicilia in un documento diffuso in questi giorni di emergenza. «Tante persone di buona volontà stanno diffondendo il sapore e la bellezza di una santità del quotidiano e di un umanesimo di prossimità», scrivono i Vescovi, pronti a valorizzare «la grande professionalità e l’incondizionata dedizione dei medici e del personale sanitario che sta consentendo di affrontare con dignità l’emergenza, pur nella inadeguatezza delle strutture ospedaliere». Poi il ricordo delle vittime: gli 87 medici e i 96 sacerdoti morti alla data odierna, «numeri in continuo aggiornamento, purtroppo».
Tanti altri motivi di preoccupazione per i Vescovi ci sono i gravissimi problemi di sopravvivenza determinati da antiche e nuove sopravvenute povertà. «Il blocco delle attività produttive sta mettendo a dura prova il sistema Paese e prelude a una crisi depressiva dell’apparato economico che inciderà sullo sviluppo dei prossimi anni e sulla qualità della vita delle famiglie e, in particolare, delle nuove generazioni», scrivono. Le Caritas diocesane e parrocchiali, insieme ai volontari, si stanno adoperando, a fianco ai Comuni, per alleviare l’indigenza di tante famiglie con la distribuzione di beni alimentari di prima necessità.
«In questo contesto – c’è scritto nel messaggio – ci addolora tanto la sospensione della vita liturgica, delle attività pastorali e dei progetti formativi. La celebrazione della Messa nella solitudine delle nostre chiese, il digiuno eucaristico forzato dei fedeli, l’impossibilità di raccomandare a Dio le anime dei defunti e di dare il conforto della fede ai familiari nel rito delle esequie stanno turbando la vita spirituale di quanti alimentano con la Parola di Dio e i sacramenti la loro condizione di discepoli del Signore, testimoni della sua risurrezione».
«Vivremo un Triduo Pasquale silente e mesto, nel quale i toni della passione non potranno trovare risoluzione nell’inno festoso dell’annuncio della Risurrezione». Infine l’invito alla speranza, richiamando l’omelia di Papa Francesco dello scorso 27 marzo in piazza San Pietro: «Questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai».