A Siculiana il 79° della Liberazione, mons. Damiano: “dal Vangelo una libertà per scegliere e compiere il bene”

Si è svolta oggi, 25 aprile 2024, a Siculiana la cerimonia provinciale per il 79° anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista. Prima della cerimonia in piazza, nel Santuario del Santissimo Crocifisso l’Arcivescovo, Alessandro Damiano,  ha presieduto la Santa Messa alla presenza dei cittadini di Siculiana, delle autorità civili e militari del territorio e di numerosi cittadini. Al termine, in Piazza Umberto I, si è svolta la tradizionale cerimonia militare alla presenza del prefetto di Agrigento, Filippo Romano, delle Autorità civili e militari della Provincia e delle rappresentanze delle Forze Armate, delle Forze di Polizia, di soccorso , sindacali e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.). Il momento ha visto la partecipazione della Fanfara del 6° Reggimento Bersaglieri di Trapani con l’esecuzione di brani che hanno accompagnato i momenti della deposizione della corona di alloro davanti il monumento dei caduti e dell’alza bandiera.

La lettura del messaggio del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha preceduto l’intervento del Prefetto Romano che ha messo in risalto come il 25 aprile sia stato la conclusione di un lungo percorso di libertà che ha portato alla liberazione dal nazifascismo e come, militari e civili, hanno saputo far fronte comune per una sola causa.

A seguire le letture di testimonianze storiche, curate da studenti dell’Istituto Comprensivo a indirizzo musicale “Giuseppe Garibaldi” che hanno eseguito unitamente alla Banda comunale alcuni brani musicali sul tema della ricorrenza. Al termine, presso l’adiacente Living Lab, è stata inaugurata la mostra “La Divisione Acqui e l’eccidio di Cefalonia e Corfù. Memorie dal Distretto Militare di Agrigento”, promossa dalla Prefettura di Agrigento e allestita – con il contributo dell’Amministrazione di Siculiana – a cura dall’Archivio di Stato di Agrigento. Il tema espositivo riguarda il rinvenimento di preziosi documenti storici riguardanti dieci cittadini, originari della provincia di Agrigento, vittime dell’eccidio di Cefalonia e Corfù, occorso nel settembre del 1943.

L’omelia di mons. Alessandro Damiano

“Siamo qui riuniti – ha detto l’Arcivescovo nel suo intervento omileticoper celebrare l’anniversario della liberazione del Nostro “Bel Paese” dalle forze nazifasciste… ma, affinché, questa celebrazione non rimanga una semplice commemorazione del passato che non innesti e fecondi il nostro presente” ha invitato tutti a porsi in ascolto delle letture bibliche proclamate oggi, festa liturgica di san Marco evangelista.  In particolare si è soffermato sulla conclusione del Vangelo di Marco quando il Risorto che invia i suoi discepoli “a proclamare in tutto il mondo il Vangelo ad ogni creatura. Non solamente agli esseri umani – ha evidenziato – ma ad ogni creatura. Ciò nella storia della Chiesa si è verificato. Si pensi qui a san Francesco d’Assisi con il suo ‘Cantico delle Creature’. Domandiamoci, ha proseguito: perché il Vangelo – la cui parola in greco significa “buona e bella notizia” – deve essere predicato ad ogni creatura? Non imposto, attenzione, ma semplicemente proposto. Uno dei motivi è presto detto: il Vangelo possiede in sé una forza liberatrice dal male. Dai mali più profondi che allignano nel cuore umano e fioriscono di fiori velenosi che ammalano, uccidono la dignità dell’uomo, della donna. Il Vangelo libera dalla tendenza a compiere il male, che nel linguaggio giuridico prende il nome di “delitto” e nel linguaggio teologico di “peccato”. Ma il Vangelo non è solo la forza che vince il male morale, ma altresì il male supremo e massimo, che è la morte. Il Vangelo libera dal male e dalla morte perché, al di là delle parole che lo compongo, è prima di tutto una persona: la persona del Figlio di Dio incarnato, morto e risorto. Perciò la sua divinità, il suo amore e la sua resurrezione sono il vero punto sorgivo della libertà…” Si è poi soffermato a riflettere, sulla libertà secondo la tradizione filosofica-teologica occidentale che ha distinto tra, una “libertà da” e una “libertà per”, ossia tra una “libertà negativa” e una “libertà positiva”. La “libertà da” – ha detto –  è la capacità di superare i condizionamenti, interni ed esterni, che tendono a determinare la persona. In breve è la libertà dal male: da ideologie mortifere, dal potere mafioso … La “libertà per” è la capacità di creare relazioni disinteressate e d’aiuto con e per gli altri. In altre parole è una libertà per compiere il bene…”

E, proseguendo, ha ricordato ai presenti che “la libertà propugnata dal Vangelo è, al contempo, una libertà dal male e dai mali e una libertà per scegliere e compiere il bene, per prendersi cura dell’altro. Se questa libertà evangelica – ha concluso – potesse attecchire ancora oggi nel campo del mondo, così complesso e ingannevole, avviando reali processi di pace, smentendo il salmista che ci mette in guardia quando dice: «parlano di pace ma nel cuore hanno la guerra»   (Ps 27), allora non solamente le “macro-guerre” fra le nazioni, ma anche le “micro-guerre” tra persone, si scioglierebbero come neve al sole. Preghiamo Dio affinché, per l’intercessione di san Marco evangelista, ci conceda di vivere del Vangelo della Pace, del Vangelo che è Pace.

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