Suggestiva, e non soltanto per lo scenario del Teatro dell’Efebo, la “Giornata del medico e dell’odontoiatra” celebrata ieri sera dall’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Agrigento, presieduto da Santo Pitruzzella, che ha visti protagonisti i medici neolaureati e i medici che hanno compiuto 50 anni di iscrizione all’Ordine innanzi a una sala gremita e alle autorità cittadine.
Durante la serata, per la regia amichevole di Franco Capitano, condotta da Simona Carisi e Totò Nocera Bracco e intervallata da momenti musicali a cura di Federica Rotulo, Tom Sinatra e dal Trio Scirocco e dal monologo di Paolo Macedonio, si è tenuta la tavola rotonda sul tema: “Intelligenza artificiale: software generativi, algocrazia e algoretica sono termini con cui dovremmo familiarizzare?”, moderata dalla giornalista Daniela Spalanca, alla quale hanno partecipato Salvatore Casà, odontoiatra; Giovanni D’Ippolito, presidente dell’Omceo di Caltanissetta; don Angelo Chillura, direttore della Biblioteca Lucchesiana; Chiara Ippolito, addetta stampa della Conferenza episcopale siciliana, che ha indotto alla riflessione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in campo medico e diagnostico. Subito dopo, si sono svolti la cerimonia di consegna delle targhe ai medici che hanno compiuto 50 anni di iscrizione all’Ordine e il Giuramento di Ippocrate dei giovani medici neolaureati e iscritti all’Omceo di Agrigento.
“Il Giuramento di Ippocrate pronunciato dai nuovi medici e odontoiatri – ha detto il presidente Pitruzzella durante il suo intervento – rinnova dopo secoli la ragione d’essere del medico e dell’odontoiatra nella società votata, appunto, alla tutela della salute e della vita. Questa è anche l’occasione per festeggiare i 50 anni dalla laurea dei colleghi iscritti all’Ordine. Giovani e meno giovani insieme, estremi generazionali di una categoria che, prima per la pandemia e ora per una sanità sempre più complessa e non adeguatamente finanziata, è diventata suo malgrado protagonista in un’Italia che si accorge solo oggi di quanto i medici siano importanti e di quanti ne manchino. Colleghi meno giovani e giovani insieme, per significare che dobbiamo guardare al futuro partendo da chi ci ha preceduto, dai principi etici che permeano il nostro agire, facendo tesoro dell’esperienza di chi è venuto prima di noi”.Palpabile l’emozione di chi ha dedicato la propria vita alla medicina e di coloro che si stanno immergendo adesso in quella che il sindaco Miccichè ha definito “professione importantissima” augurando “ai neolaureati una professione florida” mentre Roberto Monaco, segretario Fnomceo, ha ribadito come “la scelta di fare il medico dura tutta la vita. Una professione di garanzia dei diritti e della tutela della salute dove si sta vicini a chi ne ha bisogno e nel momento peggiore del bisogno”. “La professione medica – ha sottolineato Giovanni Leoni, vicepresidente Fnomceo – è caratterizzata da molte carenze mentre le persone hanno bisogno di assistenza e di un Servizio sanitario nazionale equo e solidale”. “È una grande responsabilità giurare sui valori in cui crediamo – ha affermato Gianluca Latino, neolaureato in Medicina – La Medicina è una delle poche branche del sapere umano che coniuga il sapere scientifico all’impegno umano e al contatto con le persone” mentre per Giulia Marotta, neolaureata in Medicina, il Giuramento di Ippocrate “è il coronamento di un sogno che si realizza dopo sei anni di studio, adesso il prossimo obiettivo è la specializzazione e mi auguro di diventare radiologa”. A fianco di chi si affaccia adesso alla professione medica, c’è anche chi vi ha dedicato una vita e continua ancora a farlo, come Carmelo Vitello che ieri ha celebrato i 50 anni di iscrizione all’Ordine, e ha ancora “la possibilità di concorrere a lavorare nel mio settore: la Cardiologia”.