Venerdì 16 settembre 2022, alle ore 19:00, sarà inaugurata la nuova sede dell’Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Agrigento che conserva i documenti prodotti dai vescovi e dalla Chiesa dal 1510 al presente.
L’inaugurazione sarà preceduta da un convegno su: “Revirescunt chartae, La fatica di consegnare alla memoria”. Relazionerà il Rev.mo Prof. Stefano Defraia O. de M. docente di Codicologia e Tutela del Patrimonio Librario,Diplomatica Generale e Pontificia presso la Pontificia Università Gregoriana. Interventi di: mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento, Dr.ssa Rossanna Florio, Direttore Archivio di Stato di Agrigento e Rappresentante per la Soprintendenza Archivistica della Sicilia, Arch. Michele Benfari, Dirigente Soprintendenza per i Beni Culturali di Agrigento, don Giuseppe Pontillo, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Agrigento e don Giuseppe Lentini, Direttore Archivio Storico Diocesano.
Don Lentini (direttore Archivio Storico): valorizzare e rendere fruibile il nostro Archivio
Abbiamo incontrato il direttore dell’Archivio Storico diocesano, don Giuseppe Lentini, per farci spiegarci le ragioni della nuova sede, dalla vecchia Curia di via Duomo, 96, all’ex sagrestia della Chiesa Sant’Alfonso ed ex biblioteca della Casa dei Padri Redentoristi, che hanno chiuso la comunità religiosa il 1 agosto del 2019 (vedi).
“Nel 2017 – ci dice don Giuseppe – quando sono stato nominato direttore dell’Archivio Storico diocesano dall’allora vescovo di Agrigento, il card. Francesco Montenegro, ho avuto due obiettivi fondamentali per valorizzare e rendere fruibile il nostro Archivio.
Il primo obiettivo era quello di trovare una sede idonea a contenere i documenti più importanti della nostra Diocesi. La sede che conosciamo ormai storica, ma non è quella originaria, non era adatta sia per gli spazi, sia per le condizioni climatiche. Finalmente dopo un lustro, con la collaborazione dei superiori, dell’Ufficio Beni culturali e della Commissione diocesana per i Beni culturali e l’Arte sacra, siamo riusciti a realizzare questo obiettivo fondamentale. Potrebbe sembrare scontato: un luogo vale l’altro; ma non è così, dice don Giuseppe. I documenti necessitano di condizioni ambientali particolari (temperatura, umidità, ecc.), cose che nella sede storica, purtroppo, non erano idonee. La nuova sede – ci spiega – individuata nella ex sacrestia della Chiesa Sant’Alfonso dalla Commissione diocesana per i Beni culturali e l’Arte sacra nel 2019, quando i padri Redentoristi lasciarono Agrigento, si è subito rivelata luogo idoneo a contenere, conservare e rendere fruibili i documenti del nostro Archivio Storico, naturalmente con i dovuti adattamenti. Si è scelto – prosegue – di mantenere la Biblioteca
costituita dai padri Redentoristi, ma di compattare il tutto nella sala più grande, che diviene anche sala studio, mentre nella saletta più piccola sono stati acquistati, con il contributi dei fondi derivanti dall’8xmille alla Chiesa Cattolica, tra il 2020 e il 2021, degli armadi compattabili antincendio e delle porte antincendio ed antiscasso (foto a destra), così da rendere più sicuro il luogo di conservazione di tali preziosi documenti. Ultimati i lavori di sistemazione degli ambienti, anche attraverso la nuova illuminazione e gli arredi per la consultazione, si è spostato l’intero Archivio nei nuovi armadi della nuova sede.
Il secondo obiettivo – prosegue don Lentini – era quello di rendere l’Archivio visibile. Attenzione – tiene a precisare – non per cercare notorietà, ma per far accostare allo studio di questi documenti più studiosi possibili. Pertanto, appena nominato direttore ho provveduto a creare, ex novo, un sito internet (https://www.archiviostoricodiocesiag.it) per far conoscere l’archivio, per rendere più facile e accessibile la richiesta di consultazione, per pubblicizzare gli studi ricevuti, frutto del lavoro di studiosi nel nostro Archivio, per dare strumenti utili per la ricerca nel nostro patrimonio documentale. Quest’ultimo è stato anche possibile realizzarlo grazie al mio predecessore, don Calogero Infantino, il quale negli ultimi anni aveva portato avanti un progetto di digitalizzazione e regestazione dei registri degli Atti dei Vescovi dal 1510 al 1604, resi adesso fruibili sul sito web.
Altro tassello – dice don Giuseppe – importante per la valorizzazione e fruibilità dell’Archivio è stata la richiesta alla Soprintendenza archivistica della Sicilia di dichiarare il nostro Archivio di particolare interesse culturale, dichiarazione avvenuta con decreto n.70 del 28/07/2021. Con tale dichiarazione il nostro Archivio viene riconosciuto dallo Stato Italiano di particolare interesse e viene tutelato secondo le leggi dello Stato e concordatarie.
Infine con il sostegno della Commissione diocesana per i Beni culturali e l’Arte sacra abbiamo portato avanti un progetto, richiestoci da parecchi studiosi, soprattutto in questi ultimi anni di chiusure generalizzate a causa della pandemia, cioè la fruizione dei registri parrocchiali della nostra Diocesi attraverso un sito internet. Pertanto, completato il progetto di digitalizzazione attraverso delle campagne di restauro (Grotte) e di digitalizzazione (Alessandria della Rocca, Bivona, Santa Margherita Belice, ecc.), abbiamo provveduto a creare un sottodominio del sito dell’Archivio ( https://www.registriparrocchiali.archiviostoricodiocesiag.it ), che sarà inaugurato e reso disponibile sempre il 16 settembre in occasione dell’apertura della nuova sede, dove sarà possibile consultare tutti i registri parrocchiali storici della nostra diocesi, dalle origini agli inizi del ‘900.
Naturalmente – conclude – c’è voluto tanto tempo e tante risorse, anche economiche, ma grazie alla generosità di tanti studiosi di tante nazionalità, siamo riusciti nell’impresa. Questa generosità è stata possibile toccarla in occasione di questi ultimi progetti di restauro e digitalizzazione grazie ai canali social dell’Archivio: Facebook ed Instagram, che hanno raggiunto studiosi di tante nazioni, di origini italiane, siciliane e soprattutto della nostra Diocesi, che hanno contribuito a queste campagne per la valorizzazione e fruizione del nostro patrimonio archivistico. È un sito al quale per la consultazione si accederà attraverso una registrazione per poi procedere alla propria ricerca in questi preziosi documenti. È un sito direi partecipativo, cioè vi è la possibilità di aiutarci nel migliorare il servizio attraverso la segnalazione di errori, quali immagini mancanti, sfuocate, cose che possono succedere; la possibilità di richiedere dei certificati storici per la richiesta di Cittadinanza Italiana o per altre finalità. Speriamo così con questi strumenti di rendere un servizio alla Chiesa e ai ricercatori, sempre per la maggior gloria di Dio”.