Con una partecipata celebrazione eucaristica, giovedì 31 maggio 2018, nella parrocchia San Nicolò di Bari – Camerata è stato celebrato il 60º anniversario di ordinazione presbiterale di don Mario Albanese, classe 1932, ordinato presbitero da mons. G.B. Peruzzo il 31 maggio del 1958 e già arciprete della medesima cittadina dal 1989 al 2014.
Tutto è stato organizzato grazie all’apporto delle diverse ministerialità presenti nell’Unità pastorale S. Nicolò di Bari, Santa Domenica coordinati dell’arciprete don Antonio Cipolla verso il quale lo stesso don Mario ha avuto parole di grande affetto.
A presiedere la concelebrazione eucaristica, nella memoria liturgica della visitazione della Beata Vergine Maria, l’arcivescovo, card. Francesco Montenegro alla presenza del presbiterio di Cammarata e San Giovanni Gemini e di altri presbiteri giunti nel comune montano per l’occasione. Presente alla celebrazione il sindaco di Cammarata, Vincenzo Giambrone, con l’Amministrazione e le altre autorità civili e militari.
Nell’omelia l’Arcivescovo si è soffermato sul vangelo della visitazione di Maria alla cugina Elisabetta mettendolo in relazione con la ricorrenza del 60° anniversario di sacerdozio, tratteggiando il ministero presbiterale come servizio a Dio nella Chiesa per la gente. Al termine della messa solo due sobri interventi da parte di Chiara Albanese, pronipote di don Mario e del coordinatore del consiglio pastorale dell’Unità, Giuseppe Lo Presti.
“Oggi – ha detto il coordinatore – festeggiamo la storia di una chiamata iniziata sessant’anni fa con la sua ordinazione sacerdotale, avvenuta nella Basilica dell’Immacolata ad Agrigento il 31 maggio 1958. La nota di fondo che percorre questa lunga storia – ha proseguito – è la costante “ricerca dell’amato”, perché è in quella domanda rivolta da Gesù a Simone, “mi ami?”, che il Signore fonda il pascere, ed è stato questo amore smisurato a riempire il suo cuore donandole la forza per affrontare tutte le difficoltà che si erano presentate dal momento del suo ingresso in seminario, e la perseveranza per fronteggiare quelle che sarebbero arrivate nel corso del suo ministero. «Gesù, l’altare del Tuo e del mio sacrificio sia la mia vita donata per le anime»: queste le parole impresse nel ricordino di quella giornata, e dopo una vita intera spesa nel servizio sacerdotale, sono evidenti a tutti i numerosi frutti di questa vita donata per amore e per la salvezza delle anime. In ogni giornata, di sole o di pioggia, ha testimoniato che ciò che è decisivo per la nostra vita è che il Signore sia veramente presente, che lo desideriamo, che davvero crediamo profondamente in Lui e, credendo, Lo amiamo. Di questo grande dono – ha aggiunto – siamo stati privilegiati destinatari per tutta la durata del suo ministero di parroco e lo siamo tuttora nella sua immutata disponibilità manifestata nel collaborare con don Antonio nelle varie esigenze della parrocchia, non solo quelle di tipo pratico ma soprattutto quelle spirituali. Infatti, è nell’avere lo sguardo e il cuore rivolto a Dio che continua a servire la Chiesa, non smettendo mai di contribuire, con umiltà e saggezza, alla sua crescita. Dieci anni fa, in occasione del cinquantesimo anniversario, scriveva: « Lo zelo per il Tuo tempio mi ha consumato con amore e nell’Amore». È così: l’amore consuma ma, come una candela, non si spegne finché non ha raggiunto il suo scopo. Grazie per essersi lasciato consumare con noi e per noi. Grazie per la sua presenza amorevole e costante. Grazie – ha concluso – per tutto ciò che ancora continuerà a fare ma soprattutto ad essere per noi. L’augurio con il quale desidero concludere è che possa continuare a sentire la mano del Dio misericordioso che la sorregge ed esultare di quella grande gioia che deriva dal fiducioso abbandono a Lui”.
Come segno d riconoscenza e affetto, l’Unità pastorale ha voluto fare dono a don Mario di un tablet, vista la sua passione per l’elettronica e la tecnologia, anche questa messa a servizio della comunità nel corso degli anni. Al termine della messa è seguito un momento di agape fraterna nella piazza antistante la chiesa madre.
Su una bellissima immagine riproducente il famoso e amato “Quadrone” (vedi foto in basso) – così popolarmente è chiamata la tela che sovrasta l’altare maggiore della chiesa madre di Cammarata raffigurante Cristo in gloria con la vergine Maria e i santi protettori particolarmente venerati dai cammaratesi – don Mario ha voluto riprodurre, lo ha detto espressamente, a mo’ di testamento una bellissima preghiera firmata di suo pugno:
“Signore Gesù – vi si legge – dammi l’umiltà di apprezzare il dono inestimabile del sacerdozio, che ho esercitato in questi 60 anni.
Chiedo perdono a tutte le persone che non ho servito secondo lo spirito del Vangelo.
Non imputarmi a condanna il Bene che avrei potuto fare e non ho fatto. Dammi la Perseveranza Finale nelle buone opere. Accoglimi al termine di questa vita terrena tre i servi fedeli nel tuo regno nella gloria del padre del figlio e dello spirito Santo e della Vergine Immacolata e di San Nicolò che non mi hanno mai abbandonato nelle difficoltà della mia vita”.
Nelle foto in basso l’immaginata ricordo del 60° con la preghiera scritta da don Mario