venerdì 25 marzo 2022, nella Basilica Cattedrale “San Gerlando” di Agrigento, ha avuto luogo la celebrazione della Santa Messa interforze, promossa dal Comando Provinciale Carabinieri – Presidio Militare di Agrigento – comandato dal Col. Vittorio Stingo – , in vista delle imminenti Festività Pasquali. Alla celebrazione, officiata dall’Arcivescovo e concelebrata dal Cappellano Militare della Legione Carabinieri Sicilia, don Salvatore Falzone, dal Cappellano Militare della Guardia di Finanza, don Antonino Pozzo e dal Cappellano della Polizia di Stato, don Antonio Lalicata, hanno preso parte le principali Autorità istituzionali civili, religiose e militari della Provincia, unitamente a una rappresentanza delle Forze Armate e delle Forze di Polizia del territorio.
Mons. Damiano nell’omelia, ha ringraziato i militari per il loro servizio non solo nel garantire la legalità in tutti i suoi aspetti e nei molteplici scenari in cui essi si trovano ad operare ma anche per l’impegno profuso nel custodire l’umano. La celebrazione, inoltre, si è caratterizzata come momento di preghiera per chiedere a Dio il dono della pace. Prima della benedizione, è stato letto l’Atto di affidamento alla Vergine in comunione spirituale con quanto il Papa avrebbe fatto nel pomeriggio a Roma, consacrando al Cuore Immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina. Un atto, ha ricordato l’Arcivescovo con le parole della lettera del Papa ai vescovi del mondo, che “ vuole essere un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace”.
Nell’omelia mons. Damiano, lasciandosi guidare dalla Parola del Vangelo nella solennità dell’annunciazione del Signore e incastonando il momento dentro due scenari che stanno segnando il nostro tempo – la pandemia e la guerra in Ucraina unitamente alle tante difficoltà quotidiane che segnano la vita della gente – ha voluto offrire agli uomini e alle donne presenti l’esempio della vergine Maria che ha saputo riconoscere la visita di Dio nella storia e ha chiesto a tutti questo esercizio del cuore: tra incarichi e servizi di responsabilità sapere scorgere i segni della presenza di Dio nella. Così come l’annuncio dell’incarnazione del Verbo – ha detto – non avviene al tempio di Gerusalemme ma nell’umile casa di Nazareth, Dio ci incontra nella quotidianità. Sappiamo ascoltare – ha chiesto – questa sua presenza nella nostra vita feriale, nei fatti e nella parola quotidiane? Dovremmo – ha proseguito – rieducarci all’ascolto. Tutti parliano pochi ascoltano. Ha poi invitato a fare come Maria, a pensare secondo Dio e pensare secondo Dio – ha affermato – è tenere al primo posto la persona umana. Anche noi come Maria – ha proseguito – abbiamo bisogno che la Parola trovi spazio, accada, nella nostra vita. Da qui l’esortazione: dare carne e sangue alla Parola nella nostra storia. Ha – in conlusione i indicato nelle beatitudini la road map per il vivere la vita cristiana in pienezza, “In piedi” da miti e operatori di pace.
Il Col. Vittorio Stigo, al termine della Celebrazione, ha evidenziato come il messaggio lanciato dalla Cattedrale è un messaggio importante, “la pace di cui parla Gesù – ha detto – non è conquista dell’uomo, ma la pace di cui questa terra ha tanto bisogno. Ho voluto donare all’Arcivescovo – ha proseguito – una bottiglia di vino rosso colore del sangue, proveniente da viti coltivate in provincia attraverso il dolore e il sudore di uomini di buona volontà di questa terra; il dono inoltre – conclude – vuole essere anche un messaggio: la promessa a continuare ad impegnarci a dare voce a chi no ha voce e forza a chi non ha forza”.