Questa matttina, domenica 15 marzo 2020, l’arcivescovo, card. Francesco Montenegro, ha celebrato nella Cattedrale di Agrigento a Basilica chiusa e in diretta streaming web sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi e in diretta su Radio Diocesana Concordia. Tale scelta è stata presa per continuare a dare conforto ai molti fedeli che – a seguito delle disposizioni delle autorità civili e sanitarie del Paese, a cui sono seguite le disposizioni che lo stesso Card. Montenegro ha dettato per l’Arcidiocesi di Agrigento (vedi) – non potranno partecipare alle celebrazioni eucaristiche nelle parrocchie dell’Arcidiocesi di Agrigento. A concelebrare con l’Arcivescovo solo il segretario, don Giuseppe Calandra ed il parroco della Cattedrale, don Giuseppe Pontillo. L’arcivescovo ha invocato la protezione del Signore sulle persone colpite dalla malattia e dalla sofferenza, sul personale sanitario, sugli amministratori e sulle forze dell’ordine impegnate nel contenere il diffondersi del coronavirus. Nell’omelia (vedi) commentando il brano del vangelo della III Domenica di Quaresima, l’incontro di Gesù con la Samaritana, ha esordito dicendo: “ Forse un po’ tutti pensavamo di vivere questo tempo quaresimale in modo diverso; comunque egualmente il Signore ci offre la Sua Parola nonostante il tempo e la situazione che non immaginavamo di vivere e con cui stiamo facendo i conti”. L’Arcivescovo ha poi accostato la Parola ascoltata al momento particolare che stiamo vivendo a causa dell’emergenza del Covid 19. “Improvvisamente – ha detto – abbiamo iniziato a fare i conti con una realtà inattesa, drammatica, che sta mettendo sottosopra le nostre abitudini quotidiane; ci fa sentire minacciati, ogni giorno purtroppo ascoltiamo, impotenti, un bollettino triste che racconta di persone decedute, di persone infette e di emergenze varie… Ma la Parola che abbiamo ascoltato – ha proseguito – ci dà speranza… quella di cui parla S. Paolo nella seconda lettura: ‘La speranza non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori’. Del brano evangelico ha sottolineato in particolare due aspetti: “Il primo riguarda l’atteggiamento di Gesù nei confronti della donna e della sua situazione; il secondo è il modo con cui Gesù chiede alla donna di relazionarsi con il Padre… La donna va al pozzo perché ha bisogno di acqua; ha sete. Gesù la spiazza, ponendosi davanti a lei quasi come un mendicante: “dammi da bere”. Parole – ha commentato – che vogliono dire: “lo so che ti manca qualcosa. Ma non darmi l’acqua che hai; offrimi ciò che ti manca dentro”. E’ strano, ma Dio ragiona così. Il suo modo di fare è sempre capovolto rispetto al nostro. Lui – ha continuato – conosce e ama le nostre ferite ed è da queste che avvia storie di salvezza”. Ad una condizione però ha detto: “lasciarci condurre da Lui” come la donna che “ Capisce che ci sono bisogni naturali (come il bere) ma ci sono bisogni più grandi; ci sono pozzi ma anche sorgenti che non smettono di dare acqua come e c’è pure la possibilità di diventare come quelle rocce di alta montagna da cui sgorga l’acqua fresca. Che bellezza!… Di fronte all’emergenza che stiamo attraversando – ha ricordato ai tanti fedeli collegati in streaming – il Signore ci rivolge le stesse parole dette alla Samaritana: “Dammi da bere”. Cioè, dammi ciò che di drammatico, in questo momento porti nel cuore… In questo momento, in cui ci sentiamo tutti minacciati – ha detto – ci chiede di tornare a Lui … di sentirlo pienamente coinvolto in quello che stiamo vivendo … Mettiamo – ha continuato – le nostre preoccupazioni e paure nelle mani di Dio, affidiamoci a Lui… Quando tutto va bene – ha constatato – dimentichiamo l’importanza della vita e il senso da darle, vivacchiamo, oggi un nemico invisibile ci sta mettendo con le spalle al muro e ci sta obbligando a guardarla diversamente. Ma per fare questo – ha detto – abbiamo bisogno di rinnovare la nostra fede – ma non solo per paura – e di vivere questo tempo attraverso una preghiera che si fa abbandono fiducioso e confidente”. Si è poi soffermato sul secondo aspetto; la domanda della Samaritana: “dove bisogna adorare Dio?” … “Anche qui Gesù – ha proseguito – le apre una strada inattesa: ‘…è venuta l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità’… La donna scopre che anche lei può entrare in relazione col Padre e può farlo non perché si reca in un luogo ben preciso ma perché si sente raggiunta da Lui nell’intimo del suo cuore. Anche questo messaggio mi sembra – ha detto don Franco – estremamente attuale per la nostra situazione. La scelta di chiudere le chiese, di vietare celebrazioni comunitarie e tutto ciò che può essere occasione di incontro – ha tenuto a precisare con vigore , forse anche per le tante discussioni sorte, in diversi ambienti – è stata dolorosa per tutti, a partire da me che ve l’ho chiesta. Ma vi confesso che questa pagina evangelica mi dà tanta consolazione. Non sto qui a ribadire l’importanza – ha voluto precisare – degli edifici sacri o del nutrimento con l’Eucarestia. Sono cose che sappiamo e che condividiamo. Ma se in questo momento – si è domandato – ci è chiesto di rinunciarvi siamo proprio sicuri di poter dire che non ci resta più nulla?” Alla luce della Vangelo ascoltato, ha risposto: “possiamo anche noi dire: “è vero! È un momento difficile ma nessuno ci può togliere la gioia di incontrare Dio in spirito e verità; nell’intimo della nostra coscienza e nella verità della nostra vita; nel silenzio di un cuore che ritrova il gusto di parlare con il proprio “Papà” e si sente raggiunto dalla carezza della sua infinita misericordia”. Ed ha proseguito: … Se in questa fase per un bene più grande che è la nostra vita, gravemente minacciata dalla diffusione del virus, ci è chiesto di non partecipare all’Eucarestia o di non frequentare le parrocchie non vuol dire che non abbiamo più nessun appiglio per vivere la fede. Questo è il momento – ha affermato – di scoprire la bellezza di incontrare e di adorare Dio in spirito e verità; e quando, finalmente, potremo riappropriarci dei nostri spazi e delle buone abitudini sacramentali potremo gustarle meglio perché sapremo legarle in modo più forte al nostro cuore. Vorrei che davvero ci rendessimo conto – ha ribadito – che la situazione che stiamo vivendo è molto delicata e dobbiamo fare ogni sforzo per contenere la diffusione del virus. La mia scelta – ha affermato – non è stata un colpo di testa, ma il frutto di pareri di esperti del settore. Il Signore gradirà i nostri sacrifici e non tarderà ad ascoltare la nostra preghiera”. In conclusione ha ripreso le parole di S. Paolo ascoltate nella seconda lettura: “Fratelli la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” e ve le consegno – ha concluso – come una fiamma di speranza, impegnandoci a non farla spegnere e non farle spegnere agli altri. Crediamolo e ripetiamolo con forza: “la speranza non delude”. La speranza è Dio stesso, che ci sostiene nell’affrontare quello che stiamo vivendo; che ci fa guardare avanti con fiducia e ci fa credere che non saremo mai abbandonati da Lui. AffidiamoGli la nostra vita; aggrappiamoci a Lui con tutte le nostre forze e tutti invochiamo la Sua e nostra Madre che tante volte è venuta in soccorso dei suoi figli. ChiediamoLe di metterci sotto il suo manto materno, di prenderci per mano e di liberarci da ogni pericolo. Oggi e sempre.
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Dalla Basilica Cattedrale S. Gerlando di Agrigento, trasmettiamo, in diretta streaming, la Santa Messa della III Domenica di Quaresima, presieduta dall’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro.- A cura del Centro per la Cultura e la Comunicazione dell’Arcidiocesi di Agrigento. (#cp )
Pubblicato da Arcidiocesi di Agrigento su Domenica 15 marzo 2020