Crisi idrica: La gente è stanca e si è fatta sentire

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“Le Cassandre di turno sono state sconfitte e le cittadine e i cittadini, in oltre 5.000 (dato riportato su La Sicilia), hanno risposto al nostro appello per dare vita ad una forma di protesta composta e civile, come prevedono le norme che regolano il diritto a manifestare il proprio pensiero”. Così i membri del Cartello Sociale di Agrigento in una nota stampa, a margine dell’imponente manifestazione popolare, per rivendicare il diritto all’acqua, del 2 agosto 2024 che si è snodata da piazza Cavour a Piazzale Aldo Moro, davanti l’Ufficio Territoriale del Governo di Agrigento (vai al video) .

Per la straordinaria partecipazione ha rappresentato un evento significativo nel contesto delle lotte sociali e ambientali in Sicilia. L’acqua è un bene comune essenziale, e la sua gestione è stata al centro di dibattiti e proteste per anni, soprattutto in regioni come la Sicilia dove la scarsità d’acqua e i problemi di infrastrutture idriche sono particolarmente acuti, ma la crisi che si vive attualmente ad Agrigento è di proporzioni drammatiche e fa ritornare indietro di 40 anni la città dei Templi.  Unico momento di tensione – di un pomeriggio fra i più infuocati degli ultimi giorni, per le torride temperature – si è registrato quando, poco prima dell’inizio del corteo, in piazza Cavour, il presidente di Aica, l’azienda idrica dei comuni agrigentini, Settimio Cantone è stato contestato da alcuni manifestanti; per sedare gli animi sono intervenuti, prima, i promotori della manifestazione e poi le forze dell’ordine.

In Piazza Cavour – agrigento

“La città vince – si legge nella nota del Cartello Sociale – mentre l’afasia della politica finisce con isolare il Prefetto che diventa l’ unico interlocutore affidabile al quale rassegnare le ragioni del malcontento della gente davanti ad un problema serio come quello della mancanza d’acqua”. La protesta ad Agrigento è stata innescata da una serie di fattori, tra cui – si legge nella nota – “la gestione inadeguata delle risorse idriche, la pessima qualità dei servizi, i costi elevati per i cittadini, le carenze nella distribuzione, la gravissima siccità . Oggi ad Agrigento l’accesso all’acqua è limitato e le comunità locali si mobilitano per chiedere soluzioni più eque e sostenibili.

La manifestazione popolare, organizzata da movimenti civici, associazioni ambientaliste, sindacati e comunità ecclesiali, ha riunito sotto un unico intento, battersi per il riconoscimento dell’acqua come un diritto umano fondamentale e per una gestione virtuosa delle risorse idriche”.

Questa protesta, inoltre, ha anche messo in luce la frustrazione e la determinazione delle comunità locali nel chiedere giustizia sociale nella gestione di un servizio primario.Il corteo, come detto, è partito da piazza Cavour, sfilando lungo il viale della Vittoria per approdare in piazza Aldo Moro davanti al palazzo dell’Ufficio Territoriale del Governo. Una grande folla ha dato vita ad un sit-in per ascoltare la lettura di alcune lettere inviate alle autorità nazionali e regionali per sollecitare interventi urgenti per affrontare l’emergenza e un documento in sei punti (vedi sotto) per chiedere una mediazione del Prefetto al fine di sensibilizzare gli Enti competenti a trovare soluzioni immediate. “Il previsto incontro tra una delegazione dei manifestanti ed il rappresentante del Governo sul territorio non ha avuto luogo perché – si legge ancora nella nota – “la composizione della delegazione dei promotori della manifestazione non ha incontrato il gradimento della Prefettura”. Grande soddisfazione viene espressa da parte dei componenti del Cartello Sociale per la riuscita della manifestazione e per la risposta della cittadinanza che ha fatto sentire la propria voce e si è uniformata alle richieste degli organizzatori che hanno preteso forme di protesta compatibili con il rispetto del galateo istituzionale.Ovviamente il numero dei manifestanti e la loro rispettiva provenienza – scrivono – non consentiva un pieno controllo dei vari slogans gridati durante il corteo”. Gli organizzatori comunque, la dove possibile, hanno stigmatizzato  prontamente e pubblicamente, le grida di pochi manifestanti arrabbiati come avvenuto in Piazzale Aldo Moro. (vedi qui il video)

 

A proposito dell’allontanamento del presidente del cda di AICA “il Cartello Sociale stigmatizza il comportamento di quei cittadini, che sia pure in preda all’esasperazione, hanno violato i principali cardini della democrazia impedendo al dott. Settimio Cantone di rimanere nella piazza tra i manifestanti. Un ringraziamento particolare viene rivolto al Pastore della Chiesa agrigentina, mons.Alessandro Damiano, per la solidarietà espressa, al Vicario Generale, don Giuseppe Cumbo, per la sua presenza, ai sacerdoti e alle parrocchie, alle Associazioni,  gruppi e movimenti che hanno assicurato la loro convinta partecipazione. In ultimo e non per ultimo a tutti coloro che in un pomeriggio assolato e afoso hanno sentito il dovere di richiamare l’attenzione degli Enti competenti ad affrontare uno stato d’emergenza che dovrebbe richiedere un grande impegno da parte di chi è chiamato ad organizzare la speranza del territorio”.

Le richieste, in 6 punti, del Movimento #vogliamolacqua consegnate al Prefetto Filippo Romano

1) Preservare con ogni mezzo la gestione pubblica dell’acqua, improntandola a diversi e migliori criteri di efficienza, trasparenza, legalità, equità, che AICA non ha garantito nel corso degli ultimi tre anni, con risultati talmente fallimentari da imporre urgenti e drastici correttivi, anche mediante commissariamento del Gestore e dell’Ente di Governo d’Ambito;

2) Affidare la cabina di regia al Genio Militare, per garantire il collegamento di pozzi e sorgenti alle reti idriche pubbliche, controllare e garantire l’avanzamento dei progetti finanziati per i quali sono già disponibili ingenti risorse, prevedendo altresì l’intervento urgente di dissalatori mobili, modulari o su nave che immettano la risorsa in rete a beneficio delle popolazioni in atto più sacrificate;

3) Assicurare assoluta trasparenza ed efficienza al servizio sostitutivo mediante autobotti, eliminando ogni ipotesi di favoritismo e garantendo priorità alle utenze deboli, quali i nuclei familiari più disagiati, gli anziani, i disabili;

4) Far rispettare la normativa che prevede un ambito idrico unico, che metta a sistema tutte le risorse disponibili e le distribuisca equamente, garantendo l’accesso all’acqua in egual misura e alla identica tariffa, prevedendo contestualmente la sospensione o la decadenza degli amministratori locali che strumentalmente si oppongano al rispetto di tali obblighi, nel pieno rispetto della normativa di settore;

5) Garantire il servizio di misura su tutte le utenze idriche, individuando ed eliminando ogni situazione di spreco o di abuso e, così, favorendo il risparmio della risorsa;

6) Individuare e correggere, con urgenza, ogni anomalia nel ruolo di Siciliacque S.p.A., soggetto privato a partecipazione pubblica, che in atto gestisce ingenti risorse idriche, nella misura in cui gli interessi della stessa non siano esattamente coincidenti con quelli della popolazione siciliana e agrigentina.