In seguito al crollo della casa nel centro storico di Agrigento, interviene il parroco della Cattedrale e direttore dell’ufficio BBCCEE della Curia Arcivescovile , don Giuseppe Pontillo, che è anche rettore nella chiesa Santa Maria dei Greci a pochi metri dal luogo del crollo.
“È successo ancora una volta-dice don Giuseppe Pontillo – quanto già da tempo ci si aspettava: il fragile centro storico cade! Cadono gli edifici che sono abbandonati, cadono gli edifici che non sono sottoposti a manutenzione ordinaria e straordinaria. Era una previsione chiara, continua don Giuseppe. Già 15 anni fa il mio predecessore, parroco della cattedrale, don Melchiorre Vutera, aveva stilato un elenco di tutti gli edifici che nell’ambito del colle di Agrigento erano da

attenzionare perché potevano essere interessati da un’eventuale crollo. Fu l’ora del palazzo Lo Jacono, dell’ Istituto Schifano, di una casa che si trovava in via Patricolo e di altre nella zona della Badiola; ed è stata l’ora nella casa all’incrocio di via Garufo/salita Gallina, o come viene chiamato dai residenti, piano “Magazinè”.
È necessario- continua don Giuseppe – che l’ufficio tecnico del Comune di Agrigento, dopo un chiaro atto d’ indirizzo politico, faccia il censimento di tutti quegli edifici che sono abbandonati o hanno necessità di manutenzione straordinaria o di messa in sicurezza, proceda anche a promuovere, coinvolgendo la deputazione parlamentare agrigentina nazionale e regionale, una legge particolare che provveda a semplificare gli espropri per la messa in sicurezza degli edifici.

Non si comprende – continua – come in questo periodo, tra “sisma bonus”, “ecco bonus”, “bonus facciate” e incentivi vari, il comune non si sia interessato a chiamare tutti gli interessati per la messa in sicurezza e dunque a procedere ai lavori. Voglio ricordare – continua – che con il sisma bonus ( e il Centro storico ci rientra) e con un bonus edilizio i proprietari delle case devono investire molto poco. Urge – dice don Pontillo- una cabina di regia del Comune che, con il suo ufficio tecnico, non solo inviti, ma solleciti ed in alcuni casi imponga secondo le previsioni di legge di fare interventi previsti interventi che potrebbero costare poco al privato se si utilizzassero i benefici di legge già in essere”.