Era l’8 dicembre del 1955 quando mons. Giovanni Battista Peruzzo, unitamente a mons. Fasola, presentavano alla diocesi il primo numero de “L’Amico del Popolo”. Da allora, fino ad oggi, sono trascorsi 65 anni.
Ieri, martedì 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata, siamo entrati nel 66°anno di attività.
In occasione del compleanno del nostro giornale, mi piace recuperare un passaggio dell’intervento dell’arcivescovo Francesco Montenegro in occasione dell’Assemblea ecclesiale per la consegna del Piano Pastorale. «I Volti, qui stasera virtualmente rappresentati raccontano la fatica e la precarietà dell’esistenza, di cui quotidianamente facciamo esperienza ma che in questi mesi la pandemia ci sta facendo toccare con mano. Ma raccontano soprattutto il bisogno di aggrapparci alla vita e di non arrenderci nonostante tutto. Raccontano la forza di una solidarietà, che ci unisce perché solo insieme possiamo farcela. “Insieme” — se ci pensiamo bene — è la parola d’ordine della vita e lo è anche della fede. È un altro modo, più comprensibile e immediato, per dire “comunione”, per parlare di comunità, per capire il mistero della Chiesa, a partire da quello dell’esistenza. E alle soglie di un nuovo anno pastorale è proprio dalla forza di questo “insieme” che vogliamo riprendere il cammino». Ho voluto riprendere questo passaggio perché in esso è sintetizzato il motto che abbiamo scelto per la campagna abbonamenti 2020-21, “Costruiamo insieme il futuro”.
Il settimanale c’è. L’occasione dell’anniversario della fondazione è propizia per ribadire il nostro impegno a servire, informando, la Chiesa agrigentina ed il nostro territorio. In un mondo sempre più iper-connesso, avvertiamo sia l’appartenenza ad una sola Chiesa che ad unica terra e vicenda umana. Il settimanale diocesano è aiuto al popolo a guardare, a leggere e a vivere la realtà con gli occhi di Dio.
L’informazione è forma di evangelizzazione. Con le parole di papa Benedetto XVI, mi piace definirlo “avamposto della missione”. Sì! L’informazione, fatta con lo sguardo penetrante della fede, è forma di evangelizzazione. La visione della vita e del mondo ispirata ai valori cristiani si diffonde anche così. Il nostro settimanale (lo porta già nel titolo!), continuerà ad essere giornale di popolo, voce di chi non ha voce, luogo di incontro tra i singoli cittadini e le istituzioni, le associazioni, i gruppi sociali, le parrocchie ed i movimenti ecclesiali. Il giornale continuerà a consentire confronto e dibattito leale fra opinioni diverse; rileverà e rimarcherà i deficit di partecipazione alla cittadinanza attiva, quanto le oppressioni della mafia e degli interessi di parte o di corto respiro.
“Chiesa in uscita” nelle “periferie culturali” Nella società contemporanea fra le “periferie”, nelle quali, con papa Francesco siamo chiamati a essere “Chiesa in uscita”, ci sono anche quelle “culturali”. Questo ci ricorda, anche il Piano Pastorale 2020-21.
Una narrazione umana. Continueremo, in questo tempo di prova, a raccontarvi le storie che edificano, storie che aiutano a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Oggi più che mai abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza. Che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo. Che riveli l’intreccio, come le tessere di un puzzle, che ci collega gli uni agli altri. Attraverso la carta e la rete, il giornale si offre a tutti. Fa sperimentare senso di fraternità e di Chiesa in cammino nel mondo, in modo reale e non virtuale. La Chiesa sa che si è evangelicamente rilevanti nel territorio quando ci si fa “carta scritta”. Dar senso condiviso alla realtà mediante parole scritte ed impegni pratici è segreto della riforma della Chiesa secondo la Parola di Gesù. La Sacra Scrittura, stessa, è una Storia di storie, la grande storia d’amore tra Dio e l’umanità al cui centro c’è Gesù. La sua storia porta a compimento la storia d’amore di Dio per l’uomo.
Il Verbo si è fatto narrazione. La notte di Natale, a cui ci stiamo preparando, ascolteremo il prologo del Vangelo di Giovanni. «Il Vangelo di Giovanni – scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle Comunicazioni 2020 – ci dice che il Narratore per eccellenza – il Verbo, la Parola – si è fatto narrazione: «Il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha raccontato» (Gv 1,18). Ho usato il termine “raccontato” perché l’originale exeghésato può essere tradotto sia “rivelato” sia “raccontato”. Dio si è personalmente intessuto nella nostra umanità, dandoci così un nuovo modo di tessere le nostre storie».
Continuate a darci fiducia. La rete relazionale necessaria è questa. Per questo, in occasione del nostro 66° compleanno mi rivolgo ancora una volta alla mia chiesa e a voi, cari lettori: vi chiedo di continuare a darci fiducia con il rinnovo dell’abbonamento per continuare, come abbiamo fatto in 65 anni, a raccontare la Chiesa al mondo e il mondo alla Chiesa e le tante storie che profumano di Vangelo, che hanno testimoniato l’Amore che trasforma la vita.
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