Il 20 giugno si celebra, anche nella nostra Diocesi, la Giornata Mondiale del Rifugiato. Caritas diocesana e l’Ufficio Migrantes hanno organizzato un evento per sensibilizzare, quanti vi prederanno parte, ad un concetto di accoglienza più ampio. Prendendo spunto dal decennale della visita di Papa Francesco a Lampedusa e dall’esortazione, lanciata in quell’occasione, di considerare le persone migranti come fratelli. Non un convegno o una serie di interventi programmati ma una libreria vivente a cui accedere attraverso l’incontro.
Il 20 giugno a partire dalle 19 a Casa Sanfilippo, I “libri Viventi” saranno don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa al tempo della tragedia del 2013 e negli anni immediatamente successivi; Tasabih Mahmud, rifugiata sudanese; Bruno Di Lucia, volontario di Caritas Agrigento; Enzo Riso, pescatore di Lampedusa, che con la sua famiglia ha accolto diversi migranti.
Dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il Presidente Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Circa 100 milioni di uomini, donne e bambini, in tutti i continenti, sono costrette a lasciare le proprie case per trovare protezione contro la persecuzione, gli abusi, le violenze. Il senso di umanità e il rispetto per i più alti valori iscritti nella Costituzione repubblicana impongono di non ignorare il loro dramma.
Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale del Rifugiato è opportuno ribadire che le iniziative di assistenza a queste persone – e in particolare ai rifugiati che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità – devono essere accompagnate dalla ricerca di un’indispensabile e urgentissima soluzione strutturale di lungo periodo.
Per superare definitivamente la gestione emergenziale di tali fenomeni con un’azione di respiro europeo ed internazionale è indifferibile intervenire sulle cause profonde che spingono un così gran numero di esseri umani bisognosi ad abbandonare i loro Paesi. Essi meritano opportunità alternative ai rischiosi viaggi che, spinti dalle circostanze, intraprendono in condizioni anche proibitive.
Da sempre l’Italia è in prima linea nell’adempiere all’alto dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza, secondo quanto previsto dalla Costituzione per coloro ai quali venga impedito nel proprio paese l’effettivo esercizio dei diritti e delle libertà democratiche.
Nella consapevolezza delle numerose sfide che ci vedono protagonisti a difesa dei rifugiati, desidero ringraziare l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, con il quale l’Italia intrattiene intensi vincoli di collaborazione.
Ringrazio altresì il personale delle varie Amministrazioni dello Stato e tutti gli operatori della protezione internazionale e dell’accoglienza che, con grande professionalità e profondo spirito umanitario, si adoperano quotidianamente per alleviare le sofferenze dei rifugiati e garantire loro l’accesso ai servizi essenziali». (qui)