Non esiste oggi al mondo un luogo più favorevole della Sicilia per disquisire di ambiente e farlo ad ampio raggio, riallacciandosi alla lunga serie di pretesti che le cronache quotidiane un giorno sì e l’altro pure purtroppo riportano riferendo di continue emergenze, di ataviche carenze, di false promesse e di grandi inganni. Ma proprio in quanto terra pesantemente condizionata nel suo sviluppo socio-culturale ed economico dai delitti contro l’ambiente (primo fra tutti – manco a dirlo – l’abusivismo edilizio) essa si presta perfettamente ad un’altrettanto lunga serie di considerazioni e riflessioni ponderate che inevitabilmente finiscono per rafforzare un concetto fondamentale: per contrastare efficacemente i crimini ambientali occorre che tutti si mettano in gioco e che si realizzi la necessaria sinergia tra cittadini, amministratori, forze dell’ordine e magistratura.
Di tutto questo si è parlato nel corso della conferenza su “Gli illeciti ambientali e le tutele possibili: gli strumenti del diritto dalla denuncia al giudizio di legittimità”, organizzato da Legambiente Sicilia in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Agrigento e svoltosi a Casa Sanfilippo lo scorso 11 aprile. Al centro dell’iniziativa il “Manuale di autodifesa ambientale del cittadino” dato alle stampe nel 2017 per la terza volta, dopo le prime due apprezzate edizioni del 2002 e del 2006, da Luca Ramacci, consigliere della Corte Suprema di Cassazione, già sostituto procuratore della Repubblica in Belluno, Venezia e Tivoli nonché consulente della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Presente all’incontro l’autore ha sottolineato con particolare enfasi le parole pronunciate dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio che, nel suo corposo intervento, a proposito di tutela del territorio e di abusivismo ha tenuto particolarmente a mettere in rilievo la scarsa collaborazione ed in non pochi casi la inattività di un buon numero di amministratori locali che con evidenza, ritenendo di poter operare una scelta tra il ripristino della legalità ed il consolidamento del proprio consenso politico, deliberatamente si astengono dall’assumere quei provvedimenti che condurrebbero, appunto, all’affermazione della legge. Il procuratore capo non ha usato mezzi termini ed ha parlato apertamente di un “partito degli abusivi e degli abusivismi” che ad Agrigento, come anche nel resto della Sicilia, continua ad essere ascoltato e rappresentato dalla politica a più livelli.
Tutto ciò ha entusiasmato Ramacci che a sua volta non ha mancato di bacchettare la politica ma anche certa magistratura che, con evidenza, continua a considerare i reati ambientali come delitti minori o comunque non prioritari. Concordi, i due magistrati, nel ritenere allora essenziale l’attenzione dei cittadini per rafforzare, con un’azione dal basso, il controllo del territorio da parte degli organi preposti e conseguentemente la tutela dell’ambiente. E qui sta proprio l’utilità del manuale che, come scrive lo stesso autore, non è una raccolta di fredde norme quanto piuttosto un libro ricco di “dritte” su come agire per ottenere tutela ed affermare il diritto di ogni cittadino a vivere in un ambiente sano sotto ogni punto di vista. In ragione di ciò Luca Ramacci ha deciso di destinare i ricavi della vendita del libro a Legambiente, come già peraltro avvenuto per le due precedenti edizioni, e questo “per la soddisfazione di aver in piccola parte contribuito alle attività di una associazione di semplici cittadini”.