Il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, questa mattina, 10 novembre 2023, nella sala “San Michele” della Questura, ha incontrato la stampa per il saluto alla città e al territorio agrigentino, al termine del suo mandato, prima di raggiunge la Capitale per la promozione a Dirigente generale di pubblica sicurezza. Nel suo ampio ed articolato intervento (vedi video) ha ripercorso gli intensi mesi di sua permanenza ad Agrigento. In premessa ha voluto precisare che il lavoro svolto non lo ha fatto il Questore da solo, ma una squadra più ampia fatta dai suoi più stretti collaboratori, rappresentati, durante la conferenza dal vicario Francesco Marino e il capo di Gabinetto Antonio Squillaci che ha voluto accanto a se. In sala anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali in rappresentanza di tutto il personale. “Sono stato il direttore sportivo – ha detto usando una metafora calcistica – di una intensa partita”. In particolare si ha voluto soffermare, non tanto sul periodo caldo dei flussi migratori dei mesi scorsi, quanto sul lavoro svolto nel territorio.
In sintesi, ha detto il Questore Ricifari, “abbiamo cercato di riportare su binari della legge tutta una serie di questioni che venivano vissute con approssimazione” come le manifestazioni di tutti i generi, da quelle religiose a quelle sportive, che in qualche caso – ha detto – è coinciso con il marginalizzare le organizzazioni criminali. Abbiamo assunto – ha proseguito – l’approccio “di politica della sicurezza territoriale… In tutto quello che abbiamo fatto abbiamo inteso servire i cittadini, recuperare la parte sana della comunità distinguendo il grano dalla zizzania. Ed i cittadini – ha affermato – lo hanno capito. In particolare ha detto dell’impegno della sua squadra nel combattere e sradicare l’abitudine consolidata del “si è sempre fatto così”, a favore del “si fa così” nel rispetto delle norme e a servizio del bene comune. Ho trovato – ha concluso – una Questura efficiente e mi sono calato in questa realtà in maniera facile. Citando poi la nota canzone di Ligabue, “Una vita da mediano” che lo rappresenta, ha detto, “Ho fatto il mediano”; ho corso tanto e giocato d’attacco e in particolare mi sono sforzato di giocare d’anticipo cercando di fare prevenzione per disinnescare i problemi prima ancora che si producano. Grazie dottore, per il suo servizio in mezzo a noi e auguri di buon lavoro nel segno del motto della Polizia “Sub lege libertas”, sempre a servizio dei cittadini e delle cittadine del nostro Paese.