In porto l’Open Arms, un porto sicuro per la Ocean Viking

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La Open Arms nel porto di Porto Empedocle (foto, Annarita Di Leo)

L’Open Arms, la nave della omonima Ong, nel tardo pomeriggio di oggi, 21 agosto, ha attraccato a Porto Empedocle ed è ben ancorata alla banchina del porto – dove rimarrà sotto sequestro per un provvedimento preventivo, che dovrà essere convalidato dal gip del tribunale, firmato dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio –  dopo avere atteso, con i migranti salvati a bordo,  in balia delle onde, ben 19 lunghissimi giorni, a 800 metri dalla costa di Cala Francese a Lampedusa, “prigionieri”  della contesa a distanza tra il ministro Salvini, e il governo spagnolo. Solo nella serata di ieri, 20 agosto – mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo un animato dibattito al Senato annunciava la fine dell’esperienza di governo M5s-Lega rassegnando le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Mattarella – la Open Arms è arrivata nel porto di Lampedusa. A sboccare la vicenda ci ha pensato la magistratura ed in particolare  il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio che,  rientrato dalle ferie, si è recato a Lampedusa con un elicottero e uno staff medico al seguito ed ha disposto – dopo un’ ispezione sulla nave della Ong  – di fare sbarcare tutti i migranti a bordo. “Finalmente l’incubo finisce, le persone rimaste riceveranno assistenza immediata in terra”, ha scritto Open Arms su Twitter commentando la decisione della Procura di Agrigento . “La situazione è esplosiva, devo riportare la calma e fare in modo che nessuno si faccia male, l’impegno e l’attenzione sono massimi per l’incolumità delle persone”, aveva detto il pm prima di prendere il volo per l’isola. “Secondo quanto, si è appreso – riferisce l’Ansa –  oltre all’inchiesta per sequestro di persona avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della Ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Il reato, previsto dall’articolo 328 del codice penale, punisce “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”. E così il sequestro è stato disposto “per evitare che il reato sia portato a ulteriori conseguenze”. I magistrati ora stanno ricostruendo la catena di comando per risalire a chi ha impedito lo sbarco dei profughi. Ma il ministro dell’Interno, Salvini, non ci sta. E, allontanandosi dall’aula del Senato, in un video su Fb attacca: “Il sequestro impone lo sbarco degli immigrati: ricordo che non c’era allarme sanitario, finti malati e finti minorenni. Qualcuno si sta portando avanti già nel nome del governo dell’inciucio che vuole riaprire i porti. Finché campo è mio dovere difendere i confini e la sovranità del Paese”. E ancora: “Molto probabilmente mi arriverà una denuncia dalla stessa Procura che mi indagò per sequestro di persona, reato che prevede 15 anni di carcere: stavolta il reato è omissione di atti d’ufficio. Io non mollo”. Intanto dalla Spagna è in arrivo una nave della Marina militare spagnola partita ieri per Lampedusa per recuperare i migranti a bordo della Open Arms e portarli a a Madrid che ha accettato di accoglierli nell’ambito di un accordo di distribuzione sottoscritto con altri cinque Paesi europei. Lo ha riferito la vicepremier spagnola, Carmen Calvo.

In salvo i migranti della Open Arms. 365 da 12 giorni sulla Ocean Viking

Risolta l’emergenza sulla Open Arms si apre il capitolo della nave della Sos Mediterranee e Medici senza frontiere, al largo tra Malta e Italia senza porto sicuro ormai da giorni. Via Twitter la ong si domanda: “Con oggi sono 12 giorni dal primo soccorso della Ocean Viking. 356 sopravvissuti sono ancora bloccati nel Mediterraneo Centrale. A bordo cresce la tensione: ‘Perché non ci muoviamo? Torneremo in Libia?’. Devono essere portati in un luogo sicuro al più presto possibile”. Qualcosa, però, sembra muoversi in Europa, anche se si è  ancora lontani da scelte  politiche organiche e condivise in merito, non solo al coordinamento per il ricollocamento dei migranti nei Paesi membri; tuttavia, sembra sia arrivata – allontanando il rischio di un nuovo stallo –  la disponibilità ad accogliere  i 356 della Ocean Viking da parte di Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, e Romania.

 

 

 

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