La visita Pastorale dell’arcivescovo Francesco a Realmonte

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Continua la visita pastorale dell’arcivescovo Francesco nelle parrocchie dell’Arcidiocesi.

Dopo aver concluso, sabato 6 maggio, la prima visita nella comunità di Santa Elisabetta, sabato 13 maggio, l’arcivescovo inizierà la visita pastorale alla comunità ecclesiale di Realmonte.

Una comunità che, in questi mesi, si è preparata a questo appuntamento anche attraverso la lettura del territorio,  iniziata nell’anno pastorale 2013-2014. Come si legge nel documento ufficiale del Dipartimento Pastorale la lettura del territorio serve ad “imparare a conoscere, a vivere e saper interpretare le caratteristiche dell’ambiente nel quale viviamo (spazio sociale); ad avviare un’azione complessa dal punto di vista sociologico che porti verso la conoscenza della storia e delle relazioni tra le persone che vivono in un territorio. Pertanto – prosegue il documento – leggere il proprio territorio vuol dire conoscerlo e anche contribuire a costruirlo, rispettarlo, viverlo. Leggendo il Territorio si acquisiscono tutti quei dati sociali che sono necessari ad una Pastorale attenta a tutti soggetti che si vuol scoprire, raggiungere in una parola… servire”.

La comunità di Realmonte è una delle poche realtà parrocchiali della diocesi ad avere concluso la lettura ed a presentare all’arcivescovo ad ai convisitatori quanto emerso dai dati raccolti. “La lettura – spiega Alfonso Bruno, il responsabile dell’equipe per la lettura del territorio della parrocchia San Domenico di Realmonte – è stata condotta raccogliendo i dati di ogni singolo quartiere in cui è suddiviso il territorio parrocchiale. I dati raccolti sono stati poi sintetizzati in una scheda riepilogativa in cui sono elencati l’inquadramento territoriale, i dati sulle famiglie, i giovani, gli anziani, i diversamente abili presenti nel territorio, sulla professione di fede dei residenti e sullo stato dei luoghi. Il territorio – prosegue ancora Bruno – a vocazione agricola, oggi sta cercando di riconvertirsi nel settore turistico, valorizzando le bellezze naturali che il territorio offre. La parte prettamente demografico-statistica ha invece messo in luce un decremento delle nascite, una crescita del fenomeno migratorio e di contro un incremento massiccio di migranti. Dallo studio – prosegue Bruno – emerge un numero esiguo di anziani che vivono da soli in casa, probabilmente conseguenza della presenza di case di cura per anziani sorte, nel territorio comunale, nell’ultimo quinquennio. Numerose le famiglie che frequentano la chiesa, così come si evidenzia una massiccia presenza di bambini che frequentano il catechismo e la parrocchia coinvolgendo, in queste loro attività anche i nonni; pertanto la comunità ecclesiale risulta composta da tutte le generazioni, presenti nel territorio, ben integrate. In ambito culturale, sono sorte diverse realtà nel settore musicale, teatrale, delle arti pittoriche che hanno contribuito a fare crescere il territorio.

Dai dati raccolti si può affermare che i punti forte della comunità sono: le famiglie; la scuola; le associazioni culturali; le confraternite; i gruppi di preghiera; i ministeri laicali; i gruppi di catechesi, soprattutto quelli che già hanno iniziato con la nuova formula catecumenale

facendo partecipare sempre più le famiglie riportando testimonianze della vita vissuta e di tutti i giorni. Quale il lavoro che deve adesso fare la comunità parrocchiale? Proporre centri di aggregazione e di ascolto nei vari quartieri; promuovere il gruppo famiglie; promuovere il gruppo catechesi degli adulti con don Dario; promuovere delle iniziative in sinergia con l’amministrazione comunale, la scuola e le associazioni; coinvolgere gli animatori del Gr.Est. e delle altre attività estive, in iniziative oratoriali anche nel periodo invernale; promuovere attività teatrali per i ragazzi”.

Il parroco Don Pino Agozzino ha accompagnato e guidato la comunità ad accogliere l’arcivescovo Francesco. «Attendiamo il nostro arcivescovo con gioia – ci dice don Pino – e date le esigue dimensioni della nostra unica chiesa, insieme al sig. sindaco, all’amministrazione, alle autorità militari, al dirigente scolastico, al direttivo del consiglio pastorale parrocchiale, ai gruppi, alle famiglie, ai movimenti, ai bambini, ai giovani e alla gente del paese lo accoglieremo in piazza. Abbiamo preparato – continua don Agozzino – un momento di incontro e di preghiera, caratterizzato da alcuni preziosi momenti simbolici, come la consegna del Crocifisso Risorto ai bambini che hanno già iniziato il percorso della formazione alla maniera catecumenale e un breve viaggio nella musica, a cura dell’ istituto Comprensivo Garibaldi. La comunità aspetta l’arrivo del Pastore che viene come Padre in mezzo ai suoi figli e si presenterà a Lui mostrando quanto ha di meglio da offrire, valorizzando le proprie tradizioni, specialmente quelle collegate alle varie solennità ecclesiastiche dell’anno liturgico, in un’atmosfera di allegria e agape fraterna.  Nei giorni successivi – prosegue il parroco – vogliamo fare in modo che il nostro arcivescovo possa conoscere quante più cose possibili di Realmonte: il territorio, le persone, i progetti e  i fallimenti. Ecco perché, in conformità con le indicazioni della Curia, il calendario della visita episcopale è molto intenso e ricco di appuntamenti: tanti momenti caratterizzati da incontri con la comunità, in tutte le sue aggregazioni, ed anche con le singole persone lì dove abitualmente vivono, nei luoghi dove quotidianamente faticano, lavorano e crescono i propri figli». Ma come si è preparata la comunità? «I preparativi alla Visita Pastorale – spiega don Pino Agozzino – sono stati impegnativi perché, in ossequio a quanto comunicato dall’arcivescovo nel Decreto di Indizione della Visita, vogliamo porre in rilievo le infinite luci che illuminano la nostra realtà cittadina, ma anche le ombre che la offuscano. Ma vivremo anche dei momenti particolari quali le giornate del 16 e 18 maggio, quando l’arcivescovo incontrerà i rappresentanti delle istituzioni, gli alunni delle scuole, il consiglio pastorale parrocchiale, le associazioni, gli ammalati nelle case di riposo, le attività produttive del territorio e le famiglie che hanno vissuto un grande dolore per la prematura dipartita dei loro cari. Insomma il Pastore incontra il suo gregge e il gregge incontra il suo Pastore.

La visita Pastorale a Realmonte