L’alba di un dialogo che continua: Sciascia e don Nino

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Leonardo Sciascia a colloquio con don Nino Nuzzo nella sua abitazione a Palermo

“Pronto sono don Carmelo Petrone… parlo con don Nino Nuzzo?
Sì Carmelo,  sono Nino e attendevo la tua chiamata,  mons. Ferraro me l’aveva preannunciata”.
È iniziato così il mio rapporto di amicizia, per ora solo telefonico a causa dell’emergenza sanitaria, con don Nino Nuzzo. Fin dalle prime parole “sono Nino”, il nostro rapporto è stato amicale, fraterno e paterno insieme. Mi aveva rimandato a lui mons. Carmelo Ferraro, arcivescovo emerito di Agrigento, quando, in occasione del centenario della nascita di Sciascia (1921-2021), lo chiamai chiedendogli un ricordo,  per il settimanale “L’Amico del Popolo”, del suo incontro con lo Scrittore e dei funerali, che ha presieduto nella Chiesa del Monte di Racalmuto, tanto cara a Sciascia.
Dell’incontro con l’Arcivescovo aveva già scritto padre Alfonso Puma, arciprete di Racalmuto, amico di Leonardo Sciascia; volevo, tuttavia, sentire dalla voce di mons. Ferraro di quell’incontro. “Un mese prima della sua morte – scrive padre Puma – al palazzo vescovile di Agrigento, fece visita al vescovo Carmelo Ferraro, in mia presenza, e in quella circostanza riferiva al vescovo la sua amarezza perché i suoi scritti non avevano raggiunto lo scopo letterario prefissato: la lotta contro il malcostume e la mafia. Egli volle – continua Puma – per primo rendere visita al vescovo di Agrigento, il quale espresse anche il desiderio che io, in qualità di arciprete di Racalmuto e amico personale di Sciascia, fossi quel giorno presente all’incontro… Salendo la lunga scala del vescovado, Sciascia, ormai sofferente, stanco, si fermò nel primo pianerottolo, riprese fiato e guardando la continuazione della scala disse: «Troppo lunga è la scala della Chiesa!».  Giunto alla sala grande, vedendomi, compiaciuto, affettuosamente mi abbracciò. Sciascia salutò rispettosamente il vescovo Ferraro, il quale l’accolse e lo fece accomodare insieme ai presenti. Terminato l’incontro, salutato il vescovo, mentre si accingeva a scendere le scale, Sciascia si fermò di nuovo sul pianerottolo e fissandomi mi disse: «Questo vescovo crede in quello che dice»… All’omelia (il giorno dei funerali ndr) , mons. Ferraro, ricordò Sciascia come lo scrittore che aveva cercato la Verità e si sentì onorato di avere celebrato con il calice d’argento che il professore aveva regalato alla Chiesa del Monte…”.

E così mons. Ferraro mi diede il contatto di don Nino che, gentilmente, mi ha mandato i suoi testi e in diverse chiacchierate telefoniche, mi ha narrato dei suoi colloqui con Leonardo Sciascia. Ho letto con interesse l’ultimo suo testo “I preti e la Chiesa … li vorrei migliori” (Armando Siciliano editore, 2020) che,  come scrive Ferraro nella prefazione, “racconta un’avventura spirituale, iniziata per un interesse di studio sul pensiero di Sciascia nei confronti dei preti presenti nei suoi libri e che si è sviluppata in un dialogo all’insegna della cordialità, dell’amicizia e della familiarità. Questo è uno scrigno d’oro – continua – che si rivelerà molto prezioso per le perle seminate da un appassionato cercatore e amante della verità”.

La tesi di studio, a don Nino Nuzzo, fu data  da padre Sferrazza, gesuita dell’Ignatianum di Messina, nativo di Racalmuto. Don Nino effettivamente, “seppe realizzare – come si legge nella prefazione, e come ho avuto modo di sentire dai suoi racconti telefonici – un dialogo profondo, leale, intelligente, che fece germogliare il fiore dell’amicizia affettuosa: la moglie di Sciascia dirà: «Lei ha capito mio marito». La visita di Sciascia, che ricevetti nel Vescovado di Agrigento, segno della sua cortesia – continua Ferraro – mi aveva confermato la sua dirittura morale, l’amore per la verità e la passione per la identità della persona umana. Certe pagine, piene quasi di furore, erano motivate dal vedere il Vangelo stravolto e tradito. Il dizionario del dialogo è una vera grande miniera, un supplemento di intelligenza sull’uomo come mistero e sul mistero dell’uomo che si confronta con Gesù Cristo Signore. Non si poteva aspettare di più. Un sacerdote – conclude Ferraro, nascosto in una periferia siciliana in perenne stato di servizio, qualificato dal cardinale Ravasi, antesignano del Cortile dei Gentili, con il libro Il Dio di Sciascia ci conduce per mano verso il cuore della storia».

LA VIDEO INTERVISTA Per tanto,  è con vivo con piacere che pubblico la video-intervista che don Nino mi ha fatto pervenire, realizzata con il dott. Rocco Crimi, membro del direttivo “Amici di Sciascia” e che ho montato con immagini di Angelo Pitrone.

 

 

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