Appena arrivi in via Ortolani, il profumo di cibo, quello della domenica, della pasta al forno, delle melanzane fritte o del pollo al forno con le patate ti inebria. Ti accompagna verso la porta di una piccola realtà che, da un tre anni, accoglie con l’amore che solo il cibo riesce a racchiudere. Su uno dei fornelli, in questa mia giornata di visita, (prima dell’arrivo dell’emergenza Covid-19, ndr) “pippia” il ragù, non alla napoletana, ma alla “giurgintana” con i piselli, il “capuliato” e il “bruciuluni” (il falsomagro) che vuole una cottura lenta lenta. Su di un altro fuoco, la crema di verdure in cui verrà tuffata la pasta, preparata con gli ortaggi di stagione. Per antipasto del “pane cunzato” con l’olio della Casa della Pace e con il pane offerto da uno dei tanti panifici della città.
Entrare alla Locanda di Maria, la mensa serale della Caritas diocesana di Agrigento, è come tornare a casa dopo una giornata di lavoro. L’ambiente che ti accoglie non ha l’aspetto di una mensa. A darti il benvenuto Papa Francesco: “Condividere ci educa alla Carità che è dono traboccante di passione per la vita”. Luminoso, colorato, pulito, ben arredato, è l’ambiente in cui gli ospiti della Locanda vengono accolti ed in cui consumano il pasto serale, delle volte anche l’unico della giornata. Incontro quattro dei 35 volontari che si occupano della preparazione del cibo.
Quelli del servizio in sala arriveranno dopo. Sono Lidia, Maria, Maria Teresa e Roberto, mi guardano con diffidenza, basta però spiegargli perchè sono andata a disturbarli per farli “sciogliere” e farmi raccontare tra una “girata” di ragù e una “tagliata” di pane perchè hanno deciso di dedicare del tempo della loro vita alla Locanda di Maria.
“Un aiuto sincero per i più bisognosi” ci dice Lidia, “rendermi utile” sottolinea Maria Teresa queste le motivazioni che hanno spinto queste persone a dedicare tre ore, ogni sera, o soltanto per alcuni giorni la settimana, a un servizio per chi è meno fortunato. Stanchezza, soddisfazione, gratitudine, sono questi i sentimenti con cui ogni sera, chiusa la porta della Locanda, ritornano a casa pensando già al menù del giorno dopo.
La Locanda di Maria è l’opera-segno con cui la nostra diocesi ha voluto “concretizzare” il Giubileo della Misericordia. Inaugurata il 22 aprile 2017, è stata avviata regolarmente il 19 giugno dello stesso anno. Da quel giorno, tutte le sere, dal lunedì alla domenica, sono circa 30 gli ospiti a cui è offerto un pasto caldo. Uomini e donne che riempiono la sala non solo di presenza ma anche di significato. L’accesso al servizio è consentito attraverso il rilascio di un tesserino che dà loro il diritto di cenare lì per un mese. Al suo scadere i volontari del centro di ascolto diocesano valutano se lo stato di “bisogno” in cui versavano gli ospiti, la prima volta che li hanno incontrati, persiste e se è così, lo rinnova per un altro mese.
Se la Locanda esiste è grazie al contributo dell’8xMille e di alcuni privati e della chiesa Beata Maria Vergine Assunta (Santa Lucia) e dall’Unità Pastorale Mater Misericordiae che hanno messo a disposizione i locali. Dopo i lavori di ristrutturazione, quella che era una struttura trascurata si è trasformata in una bellissima opera, in una “palestra di carità” che non è soltanto un luogo dove si cena. La mattina, infatti, si tengono corsi di cucina dedicati ai ragazzi disabili affinchè possano sviluppare quelle competenze personali che li rendano più autonomi.
Inoltre, nell’appartamento posto al piano superiore i posti letto vengono utilizzati per l’accoglienza di medio periodo per persone senza dimora o detenuti in permesso premio, secondo le esigenze del momento.