
“La città aveva lassù una porta, il cui nome arabo, divenuto stranissimo nella pronuncia popolare: Bibirria, voleva dire porta dei Venti. Fuori di questa porta era un largo spiazzo sterrato; E qui sorgeva solitaria la casa di Granella. Dirimpetto aveva soltanto un fondaco abbandonato, il cui portone imporrito e sgangherato non riusciva più a chiudersi bene, e dove solo di tanto in tanto qualche carrettiere s’avventurava a passar la notte a guardia del carro e della mula. Un solo lampioncino a petrolio stenebrava a mala pena, nelle notti senza luna, quello spiazzo sterrato. Ma, a due passi, di qua dalla porta, il quartiere era popolatissimo, oppresso anzi di troppe abitazioni”. (dalla novella di Luigi Pirandello, “La casa di Granella”, 1905).
Nei mesi scorsi, percorrendo la via Plebis Rea all’altezza del tornante che immette in Piazza Bibirria e della casa che li sorge e che secondo alcuni studiosi del drammaturgo agrigentino potrebbe essere quella del Granella della novella – mi sono chiesto: Se Luigi Pirandello avesse scritto oggi la novella, descrivendo i luoghi con quella dovizia di particolari, come lui sapeva fare, avrebbe inserito il vistoso dissesto, delimitato dalle “lapazze” (“transenne” in legno) ornate con i nastri da cantiere, di colore bianco rosso, che segnalano il pericolo e che ormai, a causa dei crolli e dissesti e della mancanza di fondi, ornano in maniera “quasi permanente” alcune zone del Centro storico di Agrigento?

Quel dissesto , da tempo non fa dormire sonni tranquilli ai commercianti della zona e soprattutto agli abitanti del Centro storico, perché insiste sull’unica via d’accesso ad esso, se si escludono quelle alternative (discesa Seminario, via delle Mura e via Bac Bac) che, però, non permettono, il transito a tutti i mezzi come, per esempio i bus del servizio urbano o quelli che accompagnano i turisti in via Duomo e quindi alla Cattedrale, al Seminario, alla Curia, al Palazzo Vescovile, al Museo diocesano, alla Biblioteca Lucchesiana, alle Chiese Santa Maria dei Greci e Sant’Alfonso e, ovviamente ai mezzi di trasporto degli abitanti del Centro. Col passare dei mesi il dissesto si è accentuato e a monte ha interessato il bastione del “Belvedere don Bosco” e lo spazio antistante “la casa del Granella” dove oggi ci sono tre attività commerciali.
Il Sindaco Miccichè e l’Assessore Principato: “Lo smottamento dell’asse stradale in via Plebis Rea verrà eliminato”
In data odierna, 4 gennaio 2021, arriva uno spiraglio di speranza per la zona interessata. Una nota congiunta del sindaco Franco Miccichè e l’assessore Gerlando Principato recita: “Finalmente lo smottamento dell’asse stradale in via Plebis Rea verrà eliminato ed i disagi per il traffico veicolare saranno soltanto un brutto ricordo. È infatti pervenuta da Aica tutta la documentazione di progetto e il Comune di Agrigento si è subito attivato per l’affidamento dei lavori che ammontano a complessivi 70.843,56 Euro. L’intervento sulla via Plebis Rea ma anche sulla via delle Mura – continua la nota – prevede la demolizione e svellimento delle pavimentazioni esistenti e del relativo sottofondo e successivo scavo; la dismissione delle tubazioni esistenti; la posa in opera delle nuove tubazioni; il rifacimento delle pavimentazioni; il ripristino di aree al di fuori dell’area d’intervento di sostituzioni delle tubazioni, (aiuola a ridosso della strada, marciapiede e soprastante belvedere) che sono state interessate dai cedimenti causati dalle perdite idriche”.
Da queste colonne vi terremo aggiornati del progetto, dei lavori, fino a quando, in sicurezza e con la strada e il marciapiedi ripristinati, ritorneremo a percorrerle a piedi e in auto e ammireremo, dal Belvedere don Bosco, l’entroterra agrigentino da Raffadali a Cammarata.
