“Coltivare il dialogo con le Chiese sorelle d’Oriente che si affacciano anch’esse sul Mediterraneo”. È l’invito del Papa, nel videomessaggio inviato, il 16 ottobre 2024, in occasione dell’apertura del nuovo Anno Accademico 2024/2025 della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo.
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“La rotta del dialogo ecumenico e interreligioso, per quanto difficoltosa, è quella da riproporre e sostenere attraverso esperienze di incontro, esperienze anche di confronto e collaborazione nel comune ascolto dello Spirito Santo”, la raccomandazione di Francesco: “È eredità di tanti martiri del dialogo nel Mediterraneo. A voi è perciò affidata la missione di costituirvi come laboratorio di una teologia del dialogo ecumenico e di una teologia delle religioni che sfoci in una teologia del dialogo interreligioso. Sempre la parola dialogo, dialogo, apertura. In questo contesto appare fecondo, infine, il confronto tra la teologia e la letteratura, nota che ha caratterizzato in questi anni anche la ricerca della vostra Facoltà Teologica, soprattutto per la scelta di riconoscere quel fiuto della fede che appartiene all’esperienza del popolo”.
“Contribuire al riscatto culturale di un territorio ancora drammaticamente segnato dalla piaga della mafia”. “Fare teologia nel Mediterraneo vuol dire ricordare che l’annuncio del Vangelo passa attraverso l’impegno per la promozione della giustizia, il superamento delle disuguaglianze e la difesa delle vittime innocenti, perché risplenda sempre il Vangelo della vita e il male venga respinto in tutte le sue forme”.
Ne è convinto il Papa, che nel videomessaggio teorizza la necessità di “una teologia con-promessa, che si immerge nella storia e in essa fa risplendere la carità di Cristo”. “Questa terra conosce grandi testimoni e martiri, da padre Pino Puglisi al giudice Rosario Livatino, senza dimenticare i magistrati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, e tanti altri servitori dello Stato”, sottolinea Francesco: “Essi sono vere cattedre di giustizia, che invitano la teologia a contribuire, con le parole del Vangelo, al riscatto culturale di un territorio ancora drammaticamente segnato dalla piaga della mafia”. In particolare, il Papa chiede all’ateneo palermitano di avviare “processi di ricerca teologica e sociale sul perdono, al crocevia della legalità, della resistenza e della santità”. “Iniziate con creatività un vero e proprio laboratorio teologico e sociale del perdono, per una vera rivoluzione di giustizia!”, esclama Francesco: “E questa, mi piace dire, è la vocazione della vostra Isola”
“Difendere la dignità umana nel Mare nostrum”. “Imparare l’artigianato della teologia come una tessitura di reti evangeliche di salvezza, proprio lungo le rive siciliane del Mediterraneo”. È il compito affidato dal Papa. “Ecco il compito della teologia dal Mediterraneo”, ha spiegato Francesco: “Intessere reti di salvezza, reti evangeliche fedeli al modo di pensare e di amare di Gesù, costruite con i fili della grazia e intrecciate con la misericordia di Dio, con le quali la Chiesa può continuare ad essere, anche nel Mediterraneo, segno e strumento di salvezza del genere umano”. “La vostra Facoltà, nata con una forte vocazione ecclesiologica, è chiamata da dentro la storia e in ascolto del fiuto della fede che il popolo di Dio possiede, a farsi protagonista per affrontare quelle sfide che il Mediterraneo pone alla teologia”, spiega il Papa scendendo nel dettaglio: “Il dialogo ecumenico con l’Oriente; il dialogo interreligioso con l’Islam e l’Ebraismo; la difesa della dignità umana del Mare nostrum, spesso reso monstrum dalle logiche di morte; la forza culturale e sociale della religiosità popolare; la risorsa della letteratura per il riscatto della dignità culturale del popolo; e, soprattutto, le sfide di liberazione che giungono dal grido delle vittime della mafia”.
M.Michela Nicolais