Sea Watch3: “sulla rotta che traccia il confine tra umanità e disumanità”

Mentre il ministro Salvini sul suo profilo Twitter dedica, attenzione, energie, spazio e  tempo al vescovo di Torino, mons. Nosiglia e  al parroco di Lampedusa don Carmelo La Magra, con parole che confermano la linea dura sul tema accoglienza –  “caro parroco – scrive a don Carmelo – con tutto rispetto io non cambio idea: porti chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani. Dorma bene” – a Lampedusa non dormono affatto e, ieri sera, 24 giugno, solennità di S. Giovanni Battista – che ad Erode ebbe il coraggio di dire “non ti è lecito…”,  per il sesto giorno consecutivo, sul sagrato della chiesa, il Forum Lampedusa ha tenuto il sit-in di solidarietà che chiede per la nave Sea Watch 3 un posto dove attraccare e fare scendere i 42 migranti a bordo che da 15 giorni il ministro Salvini tiene al largo di Lampedusa, togliendo loro il sonno.

Tra gli altri (vedi) abbiamo raccolto le parole di Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia: “ la nave resta bloccata, fuori – dice -dalle acque territoriali E sta tracciando con la tua rotta il confine tra la umanità e la disumanità. Ci sono 42 persone a bordo della nave che si chiedono quando potranno scendere; non ce la fanno più e il comandante sente forte la responsabilità sulla loro vita e anche l’equipaggio è stremato. Accogliamo con grandissimo piacere – dice – l’iniziativa delle persone che a Lampedusa da giorni dormono sul sagrato della Chiesa. Di tutte le parole e di tutti e Tweet questo è stato l’atto che veramente è  arrivato alla nave, e che gli ha fatti sentire più vicini quando nella notte da lontano vedono le luci di Lampedusa e sanno che siamo qui vicini a loro”.

Nel mentre giunge da Torino la notizia che “la Diocesi di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato i migranti della Sea Watch” Così l’arcivescovo Cesare Nosiglia, al termine della messa per San Giovanni, patrono della città. A Nosiglia ha risposto con parole sprezzanti il ministro dell’Interno Salvini: “Caro Vescovo, penso che Lei potrà destinare i soldi della Diocesi per aiutare 43 Italiani in difficoltà. Per chi non rispetta la legge i nostri porti sono chiusi”.

Sulla vicenda della nave Sea-Watch3, nella giornata di oggi, il nostro arcivescovo, card.Francesco Montenegro ha dichiarato al SIR: “le leggi “dovrebbero essere fatte per rispettare gli uomini, invece a quanto pare ci dimentichiamo di avere davanti a noi degli esseri umani… … laddove c’è sofferenza non posso voltare le spalle. La cosa più logica – continua –  sarebbe farli sbarcare e poi decidere dove accoglierli.”. “A volte – osserva – sembra che l’unico parere possibile sia il silenzio perché determinati atteggiamenti sono incomprensibili. Le norme, le leggi dovrebbero essere fatte per rispettare gli uomini ma a quanto pare ci dimentichiamo che abbiamo davanti degli esseri umani. Che esseri umani debbano vivere così, in attesa chissà di chi o cosa, soltanto perché ci sono dei ‘no’ mi sembra incomprensibile. Perché va contro ogni logica: della sicurezza, della difesa… Si resta proprio senza parole”. A suo avviso “oramai stiamo cavalcando il cavallo dell’odio. La cosa più triste – dice il card.Montenegro –  è che se una persona ha un’idea tutti possono permettersi il lusso di insultare. Ci stiamo incamminando verso la via della prepotenza e del far west. Quello che ha la pistola più veloce spara per primo”.

E in merito alla iniziativa del Forum Lampedusa Solidale dice:” Sono con loro. È una protesta silenziosa che non insulta nessuno – precisa -. Ci si mette accanto a chi soffre. Ce lo insegna il Vangelo”. Con queste vicende, prosegue, “abbiamo avuto la prova di cosa è l’Europa. L’Europa non esiste. Se serve solo come banca è una cosa. Se invece deve unire delle nazioni allora può dichiarare fallimento, perché non sta affrontando i problemi. Se ognuno pensa per sé perché insistono tanto sull’Europa unita? La somma di tutti egoismi non fa mai una comunità”. Il paradosso – chiede la giornalista –  è che, in questo caso, stiamo parlando di 42 persone a fronte di 500 milioni di abitanti. Invece si usa sempre il termine invasione. “In Europa – dice l’arcivescovo –  siamo stati tutti invasori e invasi. Mi chiedo se, a furia di stare solo tra noi, ce la faremo a sopravvivere? Se le statistiche sono vere ci dicono che nel 2050 saremo dai 7 ai 10 milioni in meno di italiani. Allora dovremo telefonare a questa gente e dire: venite, vi paghiamo il viaggio? Possibile che non vogliamo cominciare a costruire il futuro già da adesso?” Il problema è che, per effetto del decreto sicurezza bis, la nave rischia il sequestro e una multa molto salata.

Poi ci sarà il decreto ter e quater… faremo una somma di decreti, tutte forme più o meno pulite. Sono leggi che dicono: qui non devi mettere piede. Quando diciamo “aiutiamoli nella loro terra” chiediamoci cosa ha fatto l’Occidente per aiutarli.

Questo per dire che la legalità non sempre va di pari passo con la giustizia?

C’è stato qualcuno che per la verità è finito sulla Croce, non ha avuto applausi. Perché la verità e la giustizia hanno sempre un prezzo alto. Anche la misericordia ha un prezzo alto.

Qual è il suo auspicio?

C’è da augurarsi che certe cose non succedano più, io mogli animali e li rispetto. Ma ho davanti agli occhi un poster con il volto di un cane e la scritta “non mi abbandonare”. Perché – conclude il card.Montenegro – un uomo questa frase non può scriverla?”

Il sito del quotidiano Avvenire, inoltre, ci informa che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prenderà una decisione oggi pomeriggio sulla richiesta avanzata dalla nave Sea Watch 3 affinché siano adottate “misure provvisorie” che consentano l’approdo sulla terraferma delle 42 persone migranti, a bordo della nave da 13 giorni. ” Nonostante la consapevolezza di andare incontro a un’incriminazione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – si legge sul sito –  e forse di associazione per delinquere, oltre che a una multa e alla confisca della nave, Carola Rackete, capitana tedesca 31enne della Sea Watch, con ancora a bordo 42 dei 53 migranti soccorsi in mare ha spiegato in un’intervista a Repubblica la sua decisione: “Io voglio entrare. Entro nelle acque italiane e li porto in salvo a Lampedusa. Sto aspettando cosa dirà la Corte Europea dei diritti dell’uomo, poi non avrò altra scelta che sbarcarli lì”.
Per la capitana, la vita delle persone che ha recuperato in mare “viene prima di qualsiasi gioco politico e incriminazione. Non bisognava arrivare a questo punto”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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