Questa sera, sabato 21 dicembre, è andata in scena, in un gremito Teatro Pirandello, la riduzione teatrale di una novella di Luigi Pirandello,“Pensaci, Giacomino!” La storia riporta di una fanciulla che, rimasta incinta del suo fidanzato, non sa come portare avanti questa gravidanza: il professore Toti pensa di poterla aiutare chiedendola in moglie e potendola poi così autorizzare a vivere della sua pensione, “per almeno cinquanta anni”, il giorno che lui non ci sarà più. La società si rivolterà contro questa decisione anche a discapito della piccola creatura che nel frattempo è venuta al mondo. Un dramma civile che si configura, così, in tutta la sua anomala intensità. Finale pirandelliano pieno di amara speranza, dove il giovane Giacomino prenderà coscienza del suo essere civile, del suo essere uomo e padre e andrà via da quella casa che lo tiene prigioniero, per vivere la sua vita con il figlio e con la giovane madre. Ad interpretare il professore in pensione, Agostino Toti, della commedia teatrale, un brillante Leo Gullotta. “Pensaci Giacomino nasce in veste di novella del 1915 per poi avere la sua prima edizione teatrale, in lingua, nel 1917. Tutti i ragionamenti, i luoghi comuni, gli assiomi pirandelliani sono presenti in questa opera. Un testo di condanna, di una società dove il gioco della calunnia è sempre pronto ad esibirsi. Racconta di uno Stato patrigno nei confronti dei propri cittadini soprattutto nei confronti degli insegnanti, sottopagati e bistrattati. Grande bella qualità del premio Nobel di Agrigento nel prevedere il futuro e come raccontava Giovan Battista Vico corsi e ricorsi storici, cioè nulla cambia nulla si trasforma: ancora oggi si veste dei soliti cenci, unti e bisunti. Una società quindi letta con la mostruosità di giganti opprimenti presenti determinanti dequalificanti”. (www.compagniaenfiteatro.it).
Sullo lo spazio scenico imponenti e onnipresenti vivaci “Volti” che osservano protagonisti e

spettatori i quali, a loro volta, hanno la sensazione di essere fissati. “Quei volti – scrive Giuseppe Condorelli – evocano non sono solo le “maschere” del drammaturgo agrigentino ma lo specchio in cui tutti possono riconoscersi”.
Vedi in prossimi eventi in programma al Teatro Pirandello
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