Bielorussia: le lacrime del popolo all’appello di Papa Francesco, “non siamo soli”. Nuovo appello di mons. Kondrusiewicz, “solo il dialogo via per uscire dalla crisi”

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Commozione, lacrime ed un grande applauso. Così il popolo bielorusso, domenica 16 agosto,  ha accolto l’appello di Papa Francesco. A raccontarlo al Sir con voce ancora incrinata dall’emozione è l’arcivescovo-metropolita di Minsk-Mogilev, mons. Tadeusz Kondrusiewicz. “Seguo con attenzione – ha detto il Santo Padre ieri al termine della preghiera dell’Angelus – la situazione post-elettorale in questo Paese e faccio appello al dialogo, al rifiuto della violenza e al rispetto della giustizia e del diritto. Affido tutti i bielorussi alla protezione della Madonna, regina della pace”. “Abbiamo accolto questo appello con grande commozione”, dice l’arcivescovo Kondrusiewicz. “Stavo celebrando una Santa Messa in una parrocchia per i suoi 600 anni di giubileo e alla fine della celebrazione ho ricevuto questa notizia. Ho letto l’appello del Papa ai fedeli e la gente lo ha accolto con un applauso e con le lacrime. Ha detto: ‘Non siamo soli, anche il Santo Padre è con noi’. Penso che questo sia molto importante per la nostra gente e per la nostra Chiesa. Anche i media bielorussi hanno rilanciato la solidarietà del Papa al popolo e soprattutto il suo appello a fermare queste brutalità e a intraprendere la via del dialogo per risolvere tutti i problemi”. E nella omelia l’arcivescovo ha detto: “Vogliamo un risveglio. Vogliamo una nuova Bielorussia: una Bielorussia costruita sui valori cristiani”.

Sempre Domenica 16 agosto, una folla oceanica si è riversata per le strade della capitale bielorussa. I media parlano di 200mila persone scese in piazza per manifestare contro le elezioni presidenziali del 9 agosto che hanno riconfermato per un sesto mandato Aleksandr Lukashenko. Si sono riunite sotto il monumento dedicato alle vittime della Seconda Guerra mondiale, poi hanno marciato lungo Viale dell’indipendenza e si sono assembrate davanti ai palazzi del potere. È stato – a detta di molti analisti – il più grande raduno nella storia bielorussa dal collasso dell’Unione sovietica. “Il popolo – racconta da Minsk l’arcivescovo – continua a dire che queste elezioni non sono chiare, sono false e chiede le dimissioni del presidente, dei capi delle forze speciali e nuove elezioni…”.

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