La Polizia ricorda il patrono San Michele Arcangelo

1776
(Foto C.P.)

Oggi, 29 settembre, memoria liturgica dei santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele,  la Polizia di Stato di Agrigento ha festeggiato, il proprio protettore, san Michele Arcangelo.

A presiedere la S. Messa,  nella Basilica dell’Immacolata, mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo coadiutore dell’Arcidiocesi di Agrigento.  Presenti le autorità civili e militari della provincia: il questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci; il prefetto, Maria Rita Cocciufa ed una rappresentanza del personale della Questura. Le misure imposte dall’emergenza sanitaria hanno limitato la presenza delle altre autorità e la partecipazione della gente.  Prima della Messa ha preso la parola il parroco della Basilica don Giuseppe Veneziano per un saluto ai presenti, in particolare  “alla famiglia della Polizia di Stato”. Don Giuseppe ha espresso sentimenti di gratitudine per l’opera che le Forze di Polizia,  svolgono a presidio della libertà e della legalità, sempre a fianco dei cittadini garantendone la sicurezza… Ha rinnovato, inoltre – insieme alle cappellano della Polizia, don Antonio La Licata,  che ha concelebrato la Messa – i sentimenti di apprezzamento per il lavoro svolto. Sotto la protezione di San Michele – ha detto – possiate continuare nella difesa degli ultimi e ottemperare a una convivenza dinnanzi alla “irresponsabile condotta di tanti che in questo tempo di Covid sembrano non intendano rispettare il diritto alla salute della comunità. Il Signore – ha proseguito –  trasformi la vostra sofferenza, i vostri sforzi in benedizione”.

mons. Alessandro Damiano, nell’omelia si è detto onorato di presiedere la Messa ed ha portato i saluti del Card. Francesco Montenegro. Commentando poi la figura di S. Michele, ha detto che essa in qualche modo tratteggia “la lotta che il poliziotto combatte tutti i giorni con impegno professionale a servizio del prossimo per l’ordine, l’incolumità delle persone e la difesa delle cose”. San Michele – ha proseguito – nell’ iconografia viene appresentato come un combattente, con la spada o la lancia nella mano e sotto i suoi piedi il dragone, simbolo del diavolo, sconfitto in battaglia…”Segni evidenti della presenza del male – ha proseguito – si notano anche oggi  nel nostro territorio: traffici illeciti a vari livelli, violenze sui minori, sulle donne, tra le mura domestiche o come schiave del sesso… la piaga del traffico di esseri umani, pericolosamente in aumento per via dei movimenti migratori, e tante altre azioni malvagie che un operatore di polizia si trova ad affrontare quotidianamente nello svolgimento del proprio lavoro”.

Il vostro lavoro, ha detto ai poliziotti presenti in Basilica, deve essere vissuto come “missione” al servizio degli altri. Dei più deboli e indifesi. Ha notato come nello svolgimento di questa missione gli agenti incontrino il “lato oscuro” dell’agire umano, “spesso in una delle sue manifestazioni peggiori, la criminalità organizzata, la mafia con le sue logiche capovolte e suoi affiliati che con il loro agire offendono l’uomo, la società, ogni senso etico, religioso il senso dell’onore”. Ha poi messo in evidenza alcuni aspetti che caratterizzano il tempo presente:  profondi cambiamenti, senso di insicurezza, un certo indebolimento della percezione dei principi etici, su cui si fonda il diritto, e degli atteggiamenti morali personali, che a quei ordinamenti – ha detto –  sempre danno forza. Commentando la pagina evangelica dell’incontro tra Natanaele e Gesù ha evidenziato le parole che il Signore ha rivolto suo interlocutore: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”… “ L’angelo – ha detto,  ricordando la loro missione nella storia della salvezza –  porta un messaggio di Dio. Nella Bibbia, la natura intera può essere messaggera di Dio, rivelando l’amore di Dio verso di noi. L’angelo – ha proseguito – può essere Dio stesso, quando rivolge il suo volto su di noi e ci rivela la sua presenza amorosa”. Ha tratteggiato poi la figura di Natanaele,  chiamato da Gesù un “israelita autentico, senza falsità”. “È un uomo autentico, fedele alla legge… fedele al progetto di Dio. L’incontro con Gesù lo aiuta a rendersi conto che il progetto di Dio non è sempre come la persona se lo immagina o desidera che sia.” Quell’incontro gli fa cambiare idea e lo accetta come “Maestro e figlio di Dio…”Natanaele – ha detto ancora –   ci mostra “uno stile, lo stile dell’uomo autentico, capace di riconoscere il proprio inganno e misurare le proprie verità su Colui che è la Verità e la misura dell’uomo perfetto”. Infine non è mancato l’augurio ai Poliziotti: “Il vostro servizio – ha concluso –  sia guidato da questi valori, la difesa e il soccorso, la giustizia nella verità”. Custodi del prossimo.

Prima della benedizione finale preso la parola il questore Rosa Maria Iraci chiama ringraziato per la presenza ed ha ricordato come I poliziotti che, come San Michele, arcangelo che combatte il male , conducono una lotta per far primeggiare il bene sul male realizzare una società più giusta a difesa soprattutto nei deboli. Dopo i terribili mesi trascorsi a combattere un male invisibile, sento l’obbligo  – ha detto con la voce spezzata dalla commozione –  di ringraziare tutti poliziotti per il grande sforzo messi in campo per garantire la sicurezza dei cittadini, compresa quella sanitaria. Ogni – ha proseguito –  giorno hanno dato prova di considerare il loro lavoro una missione, fino in alcuni casi, al sacrificio estremo. A tal proposito ha rivolto un caloroso abbraccio ai familiari delle vittime del dovere dei caduti in servizio, quest’anno, purtroppo, anche per causa Covid.  Il loro sacrificio – ha concluso –  costituisca per tutti  un esempio. È con profondo spirito di servizio – ha detto –  che dobbiamo continuare a spenderci per il bene comune, la legalità nel nostro territorio, per aiutare gli ultimi, quelli, che,  meno fortunati di noi, scappano dalla povertà e dalla guerra nella speranza di un futuro migliore”.