“Sono di due maschietti, di due e tre anni – riferisce l’Ansa – i cadaveri sbarcati ieri sera a Lampedusa e portati nella camera mortuaria di Cala Pisana. A recuperarli, in area Sar Maltese, a 53 miglia nautiche dalla maggiore delle isole Pelagie, era stato l’equipaggio della nave ong Sea Punk che li ha poi trasbordati, così come i 15 naufraghi, sulla motovedetta della guardia costiera”.
“Il naufragio che ha visto la morte di tre bambini e la sopravvivenza di quindici persone è una tragedia che interpella profondamente la nostra umanità. Ogni vita spezzata in mare o in terra rappresenta un fallimento collettivo, un grido di disperazione che non possiamo ignorare. Di fronte a queste morti, specialmente quelle di bambini innocenti, siamo chiamati a riflettere sulle nostre responsabilità come società e sull’urgenza di trovare soluzioni concrete per evitare che tragedie simili si ripetano”. Lo afferma al Sir suor Antonietta Papa, della Congregazione Figlie di Maria Missionaria, responsabile del progetto dell’Uisg (Unione italiana superiori generali) “Migranti in Sicilia”, una esperienza che riunisce religiose di diverse congregazioni che vivono insieme a Lampedusa e accolgono i migranti al molo Favarolo. In queste ore si è consumata l’ennesima tragedia: una famiglia nigeriana ha perso tutti e tre i bambini, di 3, 2 e 1 anno. “Dei primi due sono stati trovati i corpi, del più piccolo ancora no, risulta disperso – racconta suor Antonietta, che ora è a Roma ma è in costante contatto con le consorelle a Lampedusa -. Le sorelle, i volontari e tutti al molo sono davvero costernati di fronte a questa tragedia. Le suore non sono riuscite ad avvicinare la mamma e il papà di questi bambini. Sono stati immediatamente portati dagli psicologi. Sono storie terribili, che ti mangiano l’anima. E in questi giorni ci sono tantissimi sbarchi perché il mare è calmo. Arrivano sia al molo Favarolo, sia in autonomia sulle ‘cale’ di Lampedusa”.
Questi eventi, prosegue la religiosa, ricordano “l’importanza dell’accoglienza, della solidarietà e di politiche che mettano al centro la dignità della persona umana. Le parole di Papa Francesco risuonano forti: non possiamo più girarci dall’altra parte. Ogni vita conta, e il mare non può continuare a essere un cimitero. Serve un impegno comune, che superi barriere ideologiche e confini, per garantire vie sicure e dignitose a chi cerca una speranza lontano dalla guerra, dalla miseria e dalle persecuzioni”. Suor Antonietta sottolinea la responsabilità di tutti “di fronte a tanti mali della società perpetrati da una politica perversa che non guarda più al bene della persona”.
Nel fine settimana è stata registrata una impennata di sbarchi (circa 1.500 presenze) portando a 3.074 gli arrivi di migranti in Italia nel 2025, con un aumento del 136% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati del Viminale pakistani (525), bengalesi (321), egiziani (206) e siriani (119) sono i più numerosi tra gli sbarcati. I minori non accompagnati sono stati 221.