Sono stati presentati, lunedì 6 maggio 2024, nel corso di una conferenza stampa, i “Patti digitali”, iniziativa promossa dell’Associazione “GenerAzioni consapevoli” per un nuovo impegno alla cittadinanza digitale. A presentare il progetto la presidente dell’associazione, Giovanna Cavaleri. «“Patti digitali” vuole essere un percorso – ha detto – finalizzato a promuovere la nascita e lo sviluppo di Patti di comunità per l’uso della tecnologia nel territorio di Agrigento e nella regione Siciliana con lo scopo di promuovere alleanze educative tra famiglie, educatori ed enti». L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra il centro per il Benessere digitale dell’Università Bicocca di Milano che, durante la presentazione, ha visto l’intervento del prof. Marco Gui, associato di Sociologia dei Media della stessa Università e rappresentante del Comitato Nazionale Rete Patti Digitali. L’evento ha avuto, inoltre, il patrocinato del Comune e dall’ASP di Agrigento. Presenti l’assessore Marco Vullo, Angela Bruni, direttore Servizio Psicologia dell’Asp, rappresentanti del mondo della scuola e anche l’arcivescovo Alessandro Damiano che si è detto bene lieto di lavorare insieme per un nuovo umanesimo nell’ambiente digitale.
La rete dei Patti digitali è diffusa in tutta Italia con oltre 70 gruppi attivi e più di 4.000 genitori aderenti. Il momento, come è stato ribadito, segna l’avvio di un percorso finalizzato a promuovere alleanze educative tra famiglia, educatori ed enti, sempre più consapevoli che le tecnologie digitali non rappresentano di per sé un rischio per lo sviluppo ma il loro utilizzo va modulato in base all’età e deve essere accompagnato dalla presenza dell’adulto e da scelte consapevoli sull’uso e sull’esposizione agli schermi. Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio è stato detto, perché l’educazione digitale è efficace se viene offerta in modo coordinato da parte di una comunità… in cui ci si supporta a vicenda e si condividono anche tempi e modi per avvicinarsi al digitale generando sicurezza e benessere. La sfida, come ben si comprende è ardua ed impegnativa e riguarda tutti.
Non sono stati presentati grandi progetti o iniziative ma si inizierà con piccoli gruppi, raccogliendo interesse attraverso i social media per poi passare a incontri di persona.
Presente al momento anche il direttore del Centro per la Comunicazione dell’Arcidiocesi, Carmelo Petrone, che ha messo in evidenza come la sfida ancora una volta è educativa e non può non coinvolgere anche la comunità ecclesiale che nel passato ha mostrato interesse a singole proposte formative offerte dal Centro ma è mancato quell’impegno, duraturo nel tempo, che i processi educativi richiedono. «La sfida che il digitale pone al mondo degli adulti – ha detto Petrone – è duplice: o continuare, con scarsi esiti, a essere “guardiani morali” oppure, ed è questo l’auspicio, diventare, insieme ai più piccoli, artigiani di un nuovo ambiente nel quale siamo immersi e tutto ciò richiede un impegno ormai improcrastinabile: conoscere, condividere, dialogare e formare/si ai media digitali».