Agrigento, la città capitale della cultura in cui il disabile non ha diritti

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Viale Cavaleri Magazzeni, esterno giorno. Fermata dell’autobus di linea all’altezza dell’incrocio con via dei Borboni. Ai bordi della strada vegetazione spontanea ad altezza uomo. Nessuna pensilina per riparare chi aspetta l’autobus. Nessun marciapiede dove potere sostare. Di panchine nemmeno a parlarne.
È in questo scenario, da terra di nessuno, che ogni mattina, intorno alle 8, un uomo in sedia a rotelle, privo della possibilità di deambulare, attende l’autobus per raggiungere il centro città. E per farlo, visto lo scenario appena descritto, si deve necessariamente posizionare sulla carreggiata, con il rischio di essere travolto da qualche automobilista poco attento. Chi percorre quel tratto di strada con il proprio autoveicolo, infatti, è costretto a invadere l’altra corsia per evitare di urtare la sedia a rotelle e dunque l’uomo.
In una città che si reputa civile, che porta sul capo il pesantissimo titolo di Capitale Italiana della Cultura, crediamo che quello a cui si assiste ogni mattina in via Cavaleri Magazzeni sia a dir poco inaccettabile e intollerabile, oltre che pesantemente oltraggioso nei confronti di una persona disabile.
Che la città di Agrigento non sia a misura di disabile è sotto gli occhi di tutti. Solo negli ultimi mesi sono stati eseguiti i lavori per permettere a tutti i cittadini, abili e disabili, di potere accedere ai marciapiedi di via Roma e porta di Ponte, ma tutto il resto della città è vietata ai disabili. Dagli uffici della Posta centrale, in cui il montacarichi è letteralmente fagocitato all’interno del parcheggio per le auto dei dipendenti della Questura, a piazzale Rosselli o alla via Atenea, in cui tutti i marciapiedi sono sprovvisti di scivolo. Per non parlare della via Gioeni in cui tutto, dalla strada ai marciapiedi, sono contro chi vive una disabilità.
La cultura di una città non si può misurare soltanto dalle testimonianze del passato, dai templi o dai reperti archeologici, né tanto meno dal fatto di avere dato i natali a premi Nobel o scrittori di grande fama, tutte cose meravigliose, ma delle quali – non dimentichiamolo mai – noi non abbiamo nessun merito. La cultura di una città si dimostra soprattutto quando è in grado di permettere a tutti i suoi abitanti, abili e disabili, di vivere la propria vita nel migliore modo possibile. Ed Agrigento, da quello che purtroppo si vede in giro, non sembra averne i presupposti.
Questo lo scrivevamo un anno fa, sono trascorsi 365 giorni e nulla è cambiato.