Giunta “nuova”, stemma vecchio!

473

Ci corre l’obbligo, ancora una volta, ancora da queste colonne, stigmatizzare la vicenda dello stemma che riproduce l’originale simbolo araldico della nostra città. Questa volta, in occasione di un evento centrale per la vita democratica della città di Agrigento: la presentazione della nuova Giunta (ma sarebbe più consono dire continuativa, giacché è rimasta sostanzialmente invariata). Nell’attesa abbiamo assistito ad un fatto grave, che offende la città intera, ma facciamo salva la buona fede mista a superficialità ed ignoranza, intesa quest’ultima ovviamente nel senso etimologico del termine, di chi sarebbe addetto a controllare queste cose. Ma andiamo con ordine.

Alle 9:25 di stamani mi reco presso il palazzo San Domenico, al secondo piano, in attesa della presentazione della Giunta da parte del Primo Cittadino alle 9:30, come da invito pervenutomi. Nell’attendere mi salta agli occhi uno spazio murario vuoto, quello che avrebbe dovuto ospitare lo stemma legale della città, non soltanto un fatto formale, ma ciò che avrebbe dato senso giuridico alla suddetta conferenza stampa. Mentre mi appare noto che il nuovo stemma, quello legale, non è ancora presente in sala Giunta, mi sovviene agli occhi il vecchio stemma, quello illegale, posto, o meglio, abbandonato in un angolo.

Comincio a chiedere e nessuno sa. Nel frattempo si procrastina l’attesa al punto che alcuni colleghi giornalisti decidono di andare via. Finalmente giunge il Sindaco, che sarà stato preso d’altro irrinunciabile lavoro, che chiede di ristabilire il quadro con lo stemma alla parete, dando addirittura il suo apporto materiale. Il tutto in presenza di una stampa basita e della cosiddetta rinnovata Giunta. Compio allora un viaggio nel tempo, non piacevole, che mi provoca un sentimento di vergogna, misto a rabbia e indignazione. Perché la vicenda del nuovo gonfalone, o meglio, del giusto gonfalone, era scaturita dalle nostre pagine con un articolo di Edmondo Infantino pubblicato il 18 luglio 2010, e dopo una non indifferente ma necessaria battaglia, si era chiusa con il D.P.R. 25 novembre 2019, che ridava il gonfalone originario alla Città dei Templi (qui). Per carità, ci rendiamo conto dell’emergenza climatica e di quella idrica, peggiori l’una rispetto all’altra in reciprocità, e che a qualcuno tale vicenda può apparire una quisquilia quando non una pinzillacchera, ma proprio perché in emergenza su più versanti, come può chiedere agli enti preposti una risoluzione, il Governo di una città che non è riuscita nemmeno a rientrare formalmente nel regime democratico che era stato assegnato nel dopoguerra al Paese, avendo presenti ancora i simboli littori illegali dell’Italia fascista nel proprio stemma? Come può apparire credibile?

 

Correlati:

  • Giunta comunale, tanto rumore per nulla (Leggi qui)
  • Caso stemma in Sala Giunta, Lettera:”il punto è storico-giurico” (Leggi qui)