Il 27 novembre 2024 è venuto a mancare il dott. Filippo Chiappisi. Uomo colto, serio e distinto, sorprendeva sempre nelle sue presentazioni pubbliche, quando affrontava argomenti di natura storica, ecclesiale o artistica, anche in qualità di presidente del Centro Culturale Cattolico “Arc. Nicolò Licata”, presso la Chiesa Madre di Sciacca. Il dottor Chiappisi, ex questore di Ragusa e Siracusa, nel 1994 aveva pubblicato nel periodico “Sciacca Città degna” un interessante studio linguistico dal titolo Tra lingua e dialetto: aspetti del linguaggio con riferimento ai soprannomi di Sciacca, frutto di una conferenza tenuta quattro anni prima per conto del Rotary Club. La sua pubblicazione principale, tuttavia, resta “Sciacca una volta”, risalente al 1994 nella sua prima edizione, un pilastro documentario di immagini e foto da lui commentate sulla storia di Sciacca, che arricchisce e incuriosisce chiunque lo sfogli, di qualsiasi età e livello culturale. Aveva dedicato la seconda edizione alla moglie scomparsa, a cui era rimasto molto legato, e non aveva badato a spese per quel meraviglioso libro fotografico. Anche nel periodico della Chiesa Madre, nell’agosto 2002 aveva pubblicato un articolo su Il simulacro della Madonna del Soccorso tra storia e devozione. In collaborazione con la moglie, docente scolastica, aveva realizzato una ricerca sugli stemmi di Sciacca e un’altra sulle edicole votive, quest’ultima pubblicata in un articolo comparso nel febbraio 2003, sempre nel giornale della Chiesa Madre: La devozione mariana nelle edicole votive di Sciacca. Molti ricordano la mostra iconografica da lui curata nell’agosto di quell’anno, per segnare l’inizio delle celebrazioni del V Centenario dell’arrivo a Sciacca della Madonna del Soccorso, che culminarono l’anno successivo (2004). Il dottor Chiappisi è stato capace di affrontare argomenti anche di natura teologica, pubblicando nello stesso giornale (agosto 2004) l’articolo: 150 anni fa il dogma dell’Immacolata e,come cavaliere del Santo Sepolcro, nell’ottobre 2004 aveva concluso le iniziative per ricordare la ricorrenza della Madonna del Soccorso, in una relazione dal titolo: Le celebrazioni del V centenario. Una settimana fa, io e mia moglie eravamo andati a fargli visita nella casa di riposo dove soggiornava ormai allettato. Provato nell’aspetto ed attaccato ad un respiratore per l’ossigeno, non dava tuttavia segni di eccessiva gravità, perché aveva ancora una buona lucidità mentale, anche se qualche ricordo era ormai sbiadito. Volevamo portargli i saluti del nostro amico Enzo Di Natali che ci teneva ad omaggiarlo nella conferenza su Sciascia, tenuta presso la ex chiesetta di sant’Antonio Abate, nel 35° della scomparsa dello scrittore racalmultese. In questa conferenza è stato ricordato anche l’importante contributo di Chiappisi nel favorire l’incontro tra Leonardo Sciascia e mons. Ferraro, arcivescovo di Agrigento. Dal suo letto di malattia, Chiappisi ci ha confermato con certezza che Sciascia era aperto alla fede. Una fede che ha caratterizzato in modo forte lo stesso Chiappisi, come ha ricordato nell’omelia del funerale l’arc. Marciante, insieme al dissequestro della storica icona di Burgio in cui fu protagonista l’ex questore. Tante le frasi pregnanti nell’omelia funebre: “accompagniamo Filippo nel suo ultimo viaggio, questa è la sua Pasqua; il suo cuore era mariano e lo ha conservato anche quando lavorava nella pubblica sicurezza”. Era devotissimo alla Madonna, rispettoso delle tradizioni e provava dolore per una fede cattolica che vedeva in decadenza. L’omelia si è conclusa con le parole: “servo buono e fedele, prega per tutti”. Con Filippo Chiappisi se ne va un pezzo importante della cultura di Sciacca e un uomo di fede, un laico impegnato nella vita civile, che ha saputo unire il rigore della ricerca e l’amore per la storia in importanti iniziative socio-culturali.
Giuseppe Verde